«So che ha altri impegni, ma ho detto a Matteo Salvini che sarei molto felice se potesse essere il vice presidente della Provincia». Guido Podestà, candidato del centrodestra a presidente della Provincia, formalizza così l’offerta del ruolo di numero due a un esponente leghista ed esattamente al capogruppo in consiglio comunale. Un segnale di ulteriore alleanza, dopo l’intesa sulle elezioni amministrative siglata ad Arcore. Pdl e Lega sono alleati in tutti i Comuni sopra i quindici mila abitanti e in molti sotto. Il Pdl ha rinunciato al candidato a Brescia ottenendo però in cambio una posizione da sottosegretario all’Economia (probabilmente per Giuseppe Romele), lasciata libera dal lumbard Daniele Molgora, che correrà appunto a Brescia. Inoltre il Pdl ottiene le città di Pavia (per un esponente azzurro) e Bergamo (An), Cremona città e provincia e la provincia di Lodi (per uomini che provengono da Forza Italia), la provincia di Lecco e di Monza (per ex esponenti di An).
Podestà è soddisfatto: «I rapporti con la Lega sono fondamentalmente buoni, per via del grande affetto personale tra Bossi e Berlusconi. Ma esiste anche un rapporto politico di forte competizione, sia pure senza una vera e propria sovrapposizione di elettorato. Bossi ha la possibilità di andare a prendere i voti di cittadini che non si ritrovano più a sinistra».
Per quanto riguarda i rapporti con l’Udc, alla fine della riunione ad Arcore, quando Umberto Bossi non era più presente, si è parlato della possibilità di trovare accordi con il partito di Casini. «Anche con l’Udc abbiamo tanti punti in comune» spiega Podestà, che però ricorda l’altra faccia della medaglia: «Se l’Udc continua ad avere posizioni diverse, rischiamo di dover riconsiderare le posizioni attuali nelle giunte esistenti». Come dire che se l’Udc presentasse un proprio candidato (non lo esclude affatto il leader dell’Udc lombarda, Luigi Baruffi), le alleanze esistenti si riterrebbero rotte.
Podestà critica le posizioni nordiste dell’attuale presidente della Provincia: «Penati finge di fare il leghista di sinistra quando gli conviene, per motivi elettorali. Adesso dice sì alle ronde ma nel passato ha avuto posizioni assolutamente in contrasto. Ha affittato e comprato case per ospitare cittadini non in regola con le nostre leggi mentre molti che sono perfettamente in regola non hanno casa. Tutte le posizioni sono possibili ma cambiare idea in modo così strumentale e per rifarsi una verginità offende l’intelligenza dei cittadini». Secondo Podestà, Penati propone «posizioni strumentali» anche sui rifiuti e sul piano di governo del territorio, oltre che fare «promesse che non è in grado di mantenere». Assicura che la sua linea sarà diversa: «Non farei dichiarazioni su competenze non della provincia, come l’abbattere il ticket sanitario, né mi avventurerei speculazioni finanziarie come quella sulla Serravalle, con cui Penati ha incrementato il debito senza motivo, incappando anche in un lodo che l’ha condannato a rifondere il Comune».
Podestà comincia a delineare i punti del suo programma. Tra i principali, il rilancio delle infrastrutture e la politica dei rifiuti: «È fondamentale dare attuazione al piano casa e far ripartire infrastrutture, in particolare la tangenziale Est e la tangenziale esterna ovest, che sono bloccate. Le nuove opere ridurranno traffico, disagio e smog».
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