Politica economica

Via gli atti fino a 1.000 euro e sconti: il piano per la rottamazione cartelle

Il piano del governo per non gravare sugli italiani e aiutare chi non è in regola con i pagamenti: ecco come sarà la tregua fiscale

Via gli atti fino a 1.000 euro e sconti: il piano per la rottamazione cartelle

Si continua a parlare di "tregua fiscale", uno dei temi portati avanti con forza dal governo Meloni. Con ben 1.132 miliardi di cartelle esattoriali non riscosse, ha davvero senso continuare a inseguire coloro che sono rimasti indietro nei pagamenti e portare avanti la caccia all'evasore perpetrata dai precedenti esecutivi?

Intervenuto a Quarta Repubblica, il viceministro dell'Economia Maurizio Leo (FdI) ha dato alcune anticipazioni circa la prossima tregua fiscale. Dal momento che recuperare i microcrediti dei contribuenti ha un certo costo, e solo un 6-7% potrà effettivamente essere ottenuto, non ha senso accanirsi in quei casi in cui si parla di importi inferiori ai 1.000 euro. Da qui la decisione di applicare una "tregua fiscale" per quelle somme considerate sotto soglia e iscritte a ruolo prima del 2015. Si tratta, in sostanza, della stessa misura presa per quelle comprese fra il 2000 e il 2010. Per tutti i contribuenti che rientrano nella categoria, dunque, arriverà l'estinzione del debito.

E tutti gli altri? Il governo Meloni non intende perseguitare gli italiani. Si sta pensando a degli interventi che cerchino piuttosto di aiutare i contribuenti rimasti indietro o non in regola con i pagamenti. Si prevede già qualcosa per il prossimo 30 novembre, data entro cui coloro che non hanno ancora effettuato i pagamenti relativi al 2022 della Rottamazione ter dovrebbero pagare interamente la cifra mancante.

In sostanza, il viceministro dell'Economia ha presentato un programma in cui le cartelle esattoriali che arrivano fino a 1.000 euro vengono eliminate, mentre per quelle tra 1.000 e 3.000 euro l’imposta potrà essere ridotta del 50%. Tutto, in ogni caso, è ancora da confermare. Quando la cifra è invece superiore ai 3.000 euro, l'imposta dovrà essere pagata tutta, ma la sanzione verrà ridotta al 5%. L'esecutivo sta inoltre pensando di dilazionare gli importi su cinque anni, anche se ancora non c'è nulla di definitivo.

Per quanto concerne coloro che sono rimasti indietro col pagamento delle bollette a causa della crisi economica non si parla di cartelle, quanto piuttosto di "omessi versamenti". I contribuenti saranno chiamati a pagare, ma verranno eliminate le sanzioni e, in ogni caso, verrà concesso più tempo per saldare.

Anche le sanzioni saranno alleggerite, cosa che ha portato diverse critiche nei confronti del governo, accusato da alcuni di voler favorire i furbetti. Spesso e volentieri, però, a finire nel mirino del Fisco sono proprio i contribuenti, che vengono "inseguiti" anche per delle piccolezze. L'esecutivo Meloni sta pensando proprio a questo.

"Il vero problema del fisco italiano, oltre al carico che è estremamente rilevante, è il sistema sanzionatorio", ha commentato il viceministro Leo, come riportato da Libero. "Se un soggetto ha presentato la dichiarazione Iva e non ha onorato il suo debito tributario o non ha dichiarato correttamente, è giusto che paghi una sanzione per infedele dichiarazione però a questa si aggiunge anche una sanzione per omesso versamento.

E queste sanzioni cubano dal 110 al 220%", ha aggiunto.

Commenti