
I segnali di disgelo sul rublo sono indicativi di quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane. La divisa ufficiale russa, infatti, si è stabilizzata nel cambio col dollaro e, anzi, negli ultimi mesi si è considerevolmente rafforzata: ci vogliono ora circa 80 rubli per avere un dollaro (a fine 2024 ce ne volevano 110). La fine dell’isolamento diplomatico del Cremlino, a maggior ragione dopo il faccia a faccia tra Vladimir Putin e Donald Trump in Alaska, e la possibilità, anche solo potenziale, di una fine del conflitto in Ucraina e la ripresa di un dialogo per un alleggerimento delle sanzioni non potrà che fare bene anche alla Borsa russa. Basti pensare che il Moex, il paniere principale delle azioni russe, nell’ultimo mese ha guadagnato il 9,2% soprattutto con l’apertura al dialogo tra la presidenza russa e quella americana.
Allargando lo sguardo al resto dei mercati mondiali, la maggior parte degli analisti non si aspettano grossi scossoni dopo l’incontro interlocutorio in Alaska. «I mercati sono saliti non solo venerdì, ma anche anche nei giorni precedenti, aggiornando i nuovi massimi», spiega a Il Giornale Antonio Tognoli, responsabile delle analisi macro di Cfo Sim, «quindi una correzione al ribasso me l’aspetto». Tuttavia, al di là degli aggiustamenti che si potranno osservare domani mattina sui mercati, gli analisti guardano con positività ai successivi sviluppi di questo ritrovato dialogo tra Russia e Usa. «L’importante è che si sono visti e parlati», prosegue Tognoli, «da notare che la Russia si era alleata con la Cina e il ritrovato rapporto con gli Usa non metterà a repentaglio questa relazione. Anzi, quanto avvenuto in Alaska potrebbe essere un preludio a possibili accordi tra Usa e Cina proprio con la mediazione di Putin, che è di fatto stato sdoganato da Trump». Un’intesa commerciale tra le due superpotenze planetarie potrebbe portare ad alimentare rialzi sui mercati. «Il percorso verso la pace è stato avviato nell’incontro di venerdì», osserva Fabrizio Barini, senior banker di Integrae Sim, «non era possibile una soluzione immediata a livello diplomatico, anche perché mancava il passaggio con l’Ucraina e l’Europa. Ma da qui a fine anno è possibile aspettarsi un’intesa sulla base di cessione di territori e accordi di business».
Le prospettive negli Usa sono per un taglio ai tassi d’interesse della Federal Reserve e per un’inflazione sotto controllo, con il percorso tracciato di svalutazione del dollaro. Fattori che solitamente portano le persone a investire in azioni e in oro. «Non mi aspetto crolli, ci sono solo buone notizie.