Intesa su migranti ed energia, com'è andato l'incontro tra Meloni e Ddeibah

Il vertice intergovernativo tra Italia e Libia si è concluso con la firma di dichiarazioni di intenti su sicurezza e politiche energetiche. Chiuso anche un accordo tra Telecom Sparkle e l'ente libico per le telecomunicazioni per la costruzione di un cavo sottomarino

Intesa su migranti ed energia, com'è andato l'incontro tra Meloni e Ddeibah
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Arrivato a Roma intorno alle 15:30, il premier libico Abdul Hamid Ddeibah poco dopo è stato ricevuto dal presidente del consiglio Giorgia Meloni. Si tratta del secondo incontro di quest'anno tra i due. Il primo si era svolto nello scorso mese di gennaio a Tripoli. La visita, annunciata nella giornata di ieri, era molto attesa. Lungo l'asse tra Italia e Libia in questo momento corrono molti dossier delicati, al centro dei colloqui svolti a Palazzo Chigi. Immigrazione in primis, ma anche ovviamente energia e accordi di natura economica.

Verso un memorandum su sicurezza e lotta ai trafficanti

L'immigrazione ha rappresentato il tema più importante o almeno quello politicamente più sentito, soprattutto da parte italiana. Roma da diversi mesi è costretta a fronteggiare una forte impennata del numero degli sbarchi. La rotta che ha dato le maggiori preoccupazioni nel 2023 fino ad adesso è stata quella tunisina, ma anche quella libica ha rappresentato una spina nel fianco per il sistema di accoglienza italiano.

Alla vigilia dell'incontro di Palazzo Chigi, dalla Libia occidentale, dalla zona cioè sotto l'influenza del governo di Ddeibah, sono emerse notizie di raid mirati contro gruppi di trafficanti. Un segnale che il premier libico ha voluto lanciare a livello interno, con Tripoli che ha tutto l'interesse a rimarcare il proprio potere. Ma si tratta anche di un segnale rivolto all'Italia: le forze di Ddeibah cioè hanno oggi la possibilità di intervenire in modo più energico nel contrasto ai flussi migratori irregolari.

Così come previsto alla vigilia, Italia e Libia hanno firmato un pacchetto di accordi che prevedono per l'appunto la cooperazione sul fronte della sicurezza. Si tratta, in particolare, di una dichiarazione di intenti volti a rafforzare le intese sulla sicurezza e sul contrasto ai trafficanti di esseri umani.

Un quadro non così dissimile da quello uscito ieri dall'incontro tra la stessa Giorgia Meloni e il presidente tunisino Kais Saied, dopo il vertice tenuto tra i due a Tunisi. Il governo italiano ha quindi la volontà di accelerare sul dossier immigrazione, partendo dall'interlocuzione con i due Paesi di origine della maggior parte dei flussi migratori diretti in Sicilia.

"Giorgia Meloni ha espresso apprezzamento per gli sforzi posti in essere dalle autorità libiche nelle operazioni di salvataggio in mare e nel contenimento delle partenze irregolari - si legge in una nota di Palazzo Chigi - Tuttavia, la presidente del Consiglio ha condiviso con il premier libico le sue preoccupazioni in vista della stagione estiva. In questa prospettiva, per Meloni è fondamentale intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico di esseri umani".

Focus sull'energia

L'incontro tra i due capi di governo è durato poco più di un'ora e mezzo. Successivamente, i colloqui si sono spostati su altri fronti. Oltre a Ddeibah infatti, a Palazzo Chigi erano presenti oggi anche altri importanti esponenti del governo di Tripoli. A partire dal ministro degli Esteri libico, Najla el Mangoush, e dal ministro dell'Interno, Imad Tabelsi. Con loro anche rappresentanti di dicasteri economici e uomini legati alle più importanti aziende libiche.

Più che di un bilaterale tra i due premier, si è trattato quindi di un vero e proprio vertice intergovernativo. Da parte italiana, erano infatti presenti anche i ministri Tajani, Piantedosi, Salvini e Urso. Oltre che l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.

Nel vertice sono stati toccati anche i punti più delicati in campo economico. L'Italia è del resto il primo partner della Libia, nonostante l'avanzata politica di altri attori come la Turchia. E Roma è sempre più interessata sia al petrolio libico che al gas, nell'ottica di una diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico.

La base di partenza delle intese a livello energetico, era data dagli otto accordi per l'esplorazione di nuovi giacimenti e la costruzione di nuovi impianti offshore firmati a Tripoli a gennaio. Oggi le intese sono state ulteriormente rafforzate. Palazzo Chigi ha reso noto che Eni e Noc, la società libica del petrolio, hanno stretto accordi volti a ridurre in futuro le emissioni.

Il piatto forte però oggi è stato rappresentato da un'intesa che ha visto protagoniste la società Telecom Sparkle e quella delle telecomunicazioni libiche. L'accordo prevede la posa di un cavo sottomarino per le comunicazioni, in grado di collegare le due sponde del Mediterraneo. Nel corso dell'incontro inoltre, è stato siglato un accordo "sulla costruzione di impianti per il trattamento acque reflue urbane in Libia da parte della società Termomeccanica di La Spezia", come specificato da Palazzo Chigi.

La posizione dell'Italia sul percorso di stabilizzazione della Libia

Una parte dei bilateriali di oggi è stata dedicata anche alla situazione politica nel Paese nordafricano. "I due leader - ha specificato Palazzo Chigi -hanno discusso dell’importanza di indire le elezioni libiche presidenziali e parlamentari il prima possibile, anche con la mediazione delle Nazioni Unite e del Rappresentante ONU Bathily. L’Italia, in tal senso, continuerà a lavorare per assicurare una maggiore unità di intenti della Comunità internazionale per garantire il successo della mediazione delle Nazioni Unite".

Dal canto suo, il premier libico ha espresso soddisfazione per l'esito dell'incontro odierno.

Lo si apprende da alcune fonti diplomatiche presenti oggi a Roma. In particolare, Ddeibah avrebbe ringraziato Meloni per il supporto offerto dal governo italiano e per la cooperazione di Roma con tutti i Paesi della regione.

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