Politica internazionale

"Felice di incontrarla". Cosa si sono detti Meloni e Saied a Tunisi

La visita lampo del presidente del consiglio a Tunisi si sarebbe svolta in un clima giudicato positivo dalle fonti diplomatiche. Confermata la volontà di creare una forte cooperazione per il contrasto all'immigrazione irregolare

"Felice di incontrarla". Cosa si sono detti Meloni e Saied a Tunisi

Nessun punto stampa e nessun incontro con i giornalisti, ma dal palazzo presidenziale di Cartagine alcune notizie sull'incontro tra Giorgia Meloni e Kais Saied sono ugualmente filtrate. E, dal punto di vista italiano, sembrerebbero notizie molto positive. Alcune fonti sul posto hanno parlato di colloqui molto cordiali tra il presidente del consiglio e il presidente tunisino. Tra i due si è parlato anche di immigrazione.

L'arrivo di Giorgia Meloni a Tunisi

La visita lampo del capo dell'esecutivo italiano è iniziata a metà mattinata, quando l'aereo partito da Roma con a bordo Giorgia Meloni è atterrato all'aeroporto di Tunisi. Qui ad accoglierla è stata Najla Bouden Ramadan, premier tunisina con cui si è svolto un primo faccia a faccia in una sala dello scalo internazionale.

Subito dopo il corteo ha percorso i pochi chilometri che separano l'aeroporto da Cartagine, nell'area che un tempo ospitava la grande metropoli fenicia e che oggi è sede del palazzo presidenziale. Qui si è tenuto l'incontro più atteso, quello con Kais Saied. Le uniche foto del bilaterale si riferiscono proprio al momento dell'accoglienza di Giorgia Meloni all'interno della sede della presidenza tunisina."Sono molto felice di parlare con lei dei nostri problemi. Lo dico a voce alta: lei è una donna che dice a voce alta ciò che gli altri pensano in silenzio", ha dichiarato Saied all'arrivo del presidente del consiglio.

Poche parole ma che forse riescono a far percepire temi e toni dell'incontro. Il riferimento ai "nostri problemi" è indubbiamente legato al fatto che il governo di Roma si è fatto promotore delle istanze tunisine all'Fmi. Tunisi è infatti alle prese con una grave crisi economica e ha la necessità di vedersi sbloccare i due miliardi di Dollari concordati con il Fondo. Somme però al momento non erogate: da Washington, prima di versare i soldi nelle casse tunisine, vogliono essere sicuro che Saied mandi in porto le riforme promesse.

Ma è proprio questo l'attuale nodo della discordia. Il presidente tunisino è titubante sull'opportunità di introdurre le riforme. Teme che la fine dei sussidi alle famiglie più deboli e un repentino ridimensionamento della spesa pubblica possano portare più danni che benefici. La posizione del governo italiano in tal senso è chiara: meglio iniziare a sbloccare i prestiti alla Tunisia piuttosto che vederla collassare. Del resto, una destabilizzazione del Paese avrebbe conseguenze dirette sull'Italia, specie sul fronte migratorio.

La convergenza tra Roma e Tunisi

L'obiettivo di evitare una destabilizzazione in Tunisia è stato spiegato anche dalla stessa Giorgia Meloni. "La stabilizzazione del quadro politico e di sicurezza, la crescita della democrazia in Tunisia è ovviamente indispensabile, per la Tunisia ma anche per l'Italia - ha spiegato il presidente del consiglio - e perché si possa insieme raggiungere potenziali che sono straordinari dal nostro punto di vista".

Da qui la volontà di Roma di cooperare con Tunisi su molti fronti. "In questo che è sicuramente un periodo di difficoltà del quadro internazionale - ha proseguito Giorgia Meloni - per la Tunisia e tutta la regione, io ho voluto confermare al presidente Saied il sostegno dell'Italia a 360 gradi, il sostegno ad esempio al bilancio tunisino, l'apertura di linee di credito a favore soprattutto dello sviluppo, partendo dalla piccola e media impresa fino al settore agroalimentare".

Così come previsto, nelle dichiarazioni rese dal capo dell'esecutivo ai giornalisti si è parlato anche della questione legata all'Fmi. "Nel pieno rispetto della sovranità tunisina - ha dichiarato Meloni - ho raccontato al presidente Saied degli sforzi che un Paese amico come l'Italia sta facendo per arrivare a una positiva conclusione dell'intesa tra Tunisia e Fondo Monetario Internazionale, che resta fondamentale per un rafforzamento e una piena ripresa del Paese".

Nel corso dell'incontro, durato quasi due ore e terminato con un mini summit informale sul terrazzo del palazzo presidenziale, è stato toccato anche il tema dello sviluppo dei rapporti in campo energetico. In particolare, sono stati fatti passi avanti per la posa del cavo sottomarino di collegamento elettrico denominato Elmed. Si tratta di un progetto che permetterà un'interconnessione elettrica tra le due sponde del Mediterraneo.

Il nodo immigrazione

Il punto più importante però riguarda la questione legata all'immigrazione. Solo nelle ultime settimane sono stati registrati sviluppi positivi in tal senso, con una sensibile diminuzione delle partenze dalle coste tunisine. Ma nei primi quattro mesi del 2023 l'aumento delle partenze è stato nell'ordine del 900%.

"È fondamentale rafforzare la cooperazione nel contrasto alla migrazione irregolare. L'approccio non può essere solo securitario", ha dichiarato Meloni. Roma e Tunisi quindi proveranno a lavorare sia sul fronte della sicurezza che su quello economico per ridimensionare la portata del flusso migratorio.

"Anche a livello di Unione europea l'Italia si è fatta portavoce di un approccio concreto per aumentare il sostegno alla Tunisia - ha infatti aggiunto il presidente del consiglio - sia nel settore del contrasto alla tratta di esseri umani e dell'immigrazione illegale ma anche per un pacchetto di sostegno integrato, di finanziamenti e opportunità importanti a cui sta lavorando Bruxelles".

"Sono molto grata alla Commissione europea per il lavoro svolto - ha concluso Meloni - e per accelerare l'attuazione di questo pacchetto, ho dato al presidente Saied la mia disponibilità a tornare presto qui in Tunisia anche insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen".

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