È malato e vive in un'auto. Il Comune: "Per te niente casa"

Il signor Ruggiero, 72 anni, ha fatto domanda per un alloggio popolare. La risposta: "Non ha i requisiti"

È malato e vive in un'auto. Il Comune: "Per te niente casa"

Milano - Il signor Ruggiero Ilgrande ha 72 anni, soffre di una forma grave di diabete, non ha una pensione. Nel 2008, dopo che per l'età e gli acciacchi si è visto costretto a smettere di lavorare al mercato del pesce, è stato sfrattato dalla casa in cui abitava: senza lavoro né sussidi, non riusciva più a pagare l'affitto.

Avrebbe avuto un modo facile per assicurarsi un periodo di relativa calma: bastava trasferirsi in una casa occupata. A Milano, come in molte grandi città, c'è chi sopravvive anni sotto un tetto che non gli spetterebbe di diritto prima che arrivi davvero lo sgombero.

Invece questo 72enne ha deciso, pensate un po', di rispettare le regole. Semplicemente, ha compilato fiducioso la richiesta al Comune per mettersi in lista per un alloggio popolare. E nel frattempo, da sette anni, ha iniziato a vivere nella sua automobile. In attesa. Un po' di sacrificio, dev'essere stato il ragionamento, per poi avere finalmente dall'amministrazione comunale quell'aiuto che di certo, viste le sue condizioni di salute e di reddito, gli sarebbe spettato.

Così, con non poche difficoltà, è riuscito ad andare avanti, somministrandosi ogni giorno l'insulina per sopravvivere e mangiando, anche grazie all'aiuto di alcuni cittadini e comitati del quartiere che hanno deciso di dargli una mano.

Fino a quando, il 2 luglio scorso, non è arrivata la beffa: una lettera recapitatagli dal Comune - «Direzione centrale Casa e Demanio, Settore assegnazione alloggi di edilizia residenziale popolare», reca l'intestazione - in cui c'è scritto in burocratese che il signor Ruggiero non può avere un alloggio popolare. Anche se nella graduatoria attuale la sua domanda è «inserita alla posizione 99», che rispetto alle decine di migliaia di richieste in coda non è niente male. Il motivo: mancano i requisiti, la sua situazione di persona costretta a dormire in auto da sette anni, come emerso dai controlli effettuati, «rende incompatibili - è scritto nella missiva - alcune condizioni». Segue l'elenco dei requisiti mancanti in questione: «Non sussiste la condizione di coabitazione», «non sussiste il sovraffollamento», «non sussiste la condizione di barriere architettoniche». Sì, siamo alla beffa: forse se Ruggiero non fosse stato un anziano solo, se avesse dormito in auto con altre persone, allora la «coabitazione» e il «sovraffollamento» sarebbero stati ravvisati. Così come il diabete non basta, perché si possa parlare di barriere architettoniche avrebbe dovuto, forse, stare su una sedia a rotelle.

Insomma, «la condizione abitativa impropria» del signor Ruggiero nella sua auto fa scivolare in basso la sua richiesta di casa popolare. «Miracoli» della burocrazia.

Una storia, questa, che il consigliere di zona 7 in quota Forza Italia Raoul Bonomi ha preso a cuore, portandola alla luce e denunciandola con forza. Ora resta la possibilità di un ricorso al Tar della Lombardia contro il provvedimento e quella, già preannunciata, di una nuova richiesta davanti alla commissione che assegna gli alloggi popolari «in deroga» (che però per il 2015 ha già esaurito i posti disponibili).

Nell'attesa, Ruggiero continuerà a dormire in auto.

«È già grave che il Comune non gli abbia dato un sussidio - commenta il consigliere di Forza Italia a Palazzo Marino Fabrizio De Pasquale, che assieme a Bonomi ha sollevato il caso -, ma la cosa ancora peggiore è che non vengono sgomberati coloro che occupano abusivamente le case sfitte e tolleriamo allo stesso tempo che una persona anziana e malata viva da anni nella sua automobile».

Twitter @giulianadevivo

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