Addio ai finestrini sull'aereo, adesso arriva la realtà virtuale

Al loro posto schermi su cui le immagini dell'esterno saranno proiettate usando telecamere a fibre ottiche

Addio ai finestrini sull'aereo, adesso arriva la realtà virtuale

«Non facciamo la solita corsa vergognosa per i posti al finestrino». Dopo l'avvento dei biglietti personalizzati la citazione - cara agli amanti del cinema trash (Pappa e ciccia, anno 1983) - rischia di diventare ulteriormente obsoleta perché i finestrini, almeno in senso classico, nei prossimi anni potrebbero «sparire» dagli aerei.

Questo almeno è il progetto della linea aerea Fly Emirates, che presentando il nuovo Boeing 777-300ER ha confermato il suo piano di lungo termine che prevede la sostituzione dei tradizionali oblò con schermi identici per forma e dimensioni, su cui quello che avviene all'esterno sarebbe proiettato utilizzando fotocamere in fibra ottica ad alta definizione. Per il momento la novità sarà circoscritta alla cabina di prima classe nella parte centrale del velivolo, in attesa che fra non molto (ma non è stato detto quando) tutti i nuovi aerei vengano costruiti con questa tecnologia.

In pratica osservandoli dall'esterno dei finestrini non ci sarebbe traccia, la fusoliera apparirebbe come un corpo unico. Il presidente Tim Clark ha spiegato qual è l'obiettivo: «Lo facciamo per ridurre le debolezze strutturali e alleggerire gli aerei, che a quel punto potrebbero volare più velocemente e più in alto bruciando meno carburante». E poi ci sarebbe anche un discorso di sicurezza, perché in caso di incidente un finestrino si spacca più facilmente. Come è successo qualche settimana fa quando dopo l'esplosione del motore di un volo Southwest da New York a Dallas una donna è morta dopo essere stata parzialmente risucchiata all'esterno.

In realtà sul punto non tutti gli esperti sono d'accordo. Se l'Agenzia europea per la sicurezza aerea (AESA) non ritiene che un aereo senza finestrini sarebbe più pericoloso di uno tradizionale, c'è chi, come il professor Graham Braithwaite della Cranfield University la pensa diversamente: «Un aereo del genere potrebbe aumentare il senso di claustrofobia, un tipo di ansia che è già indotta dal trasporto aereo. E poi essere in grado di vedere al di fuori dell'aeromobile in caso di emergenza è importante, soprattutto quando deve essere effettuata un'evacuazione di emergenza».

Quest'ultimo è uno dei motivi per cui a tutt'oggi, nelle fasi di decollo e atterraggio, le tendine degli oblò devono rimanere sollevate: per permettere all'equipaggio di valutare al meglio le condizioni esterne, per consentire ai soccorritori di guardare cosa accade all'interno, ma anche per sfruttare la curiosità dei passeggeri che spesso si rivelano fondamentali nel segnalare anomalie o pericoli.

Non è quindi scontato che le proiezioni virtuali («talmente perfette da risultare migliori di quelle reali», come assicura Clark) sarebbero in grado di sostituire in tutto e per tutto l'occhio umano. L'unica cosa indiscutibile è che la sostituzione dei finestrini tradizionali con la realtà virtuale aumenterà la comodità e il lusso, tant'è che sul nuovo Boeing sarà accompagnata da un servizio di videochiamata personale, pannelli di controllo touch e sedili dotati di tecnologia Nasa vale a dire con una posizione di seduta a gravità zero.

Dopodiché, tornando all'abolizione dei finestrini, bisognerà vedere quante compagnie decideranno di seguire l'esempio di Emirates.

Perché per i costruttori il guadagno ci sarebbe solo in presenza di un numero massiccio di ordini, altrimenti si tratterebbe di un investimento in perdita che farebbe esplodere i costi. C'è tempo, insomma. E nel frattempo possiamo approfittarne per guardare ancora il mondo dall'alto con gli occhi veri.

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