Ragazzi di Hong Kong addio. Vi salutiamo ora perché non sappiamo in quanti sopravvivrete al coraggio e alla temeraria baldanza con cui affrontate il Golia cinese. Soprattutto non sappiamo come v'illudiate di piegarlo o abbatterlo. Davide aveva la fionda. Poteva mirare alla fronte del nemico nascosta sotto l'elmo. Voi siete formiche ai piedi di un gigante immateriale tenuto in piedi dall'impasto contro-natura di ideologia comunista, interessi finanziari e invalicabili accordi internazionali. Ovunque miriate non troverete né un bersaglio, né un interlocutore, né un protettore. Il Xi Jinping camuffato da Mao Tse Tung con cui vi confrontate è in verità solo l'algido, irriducibile «timoniere» di un capitalismo di stato colluso con banche, grandi multinazionali e con quei signori di internet come Goggle, Twitter e Facebook su cui da tre mesi fate viaggiare i vostri sogni di libertà. Vi lasciano giocare, vi regalano l'illusione, tutta virtuale, di essere diventati un grande inarrestabile movimento spontaneo capace di avanzare senza leader e senza programmi. In verità vi lasciano andare alla deriva immagazzinando i vostri clic, esibendo come propria la vostra rabbia e il vostro desiderio d'indipendenza. Non vi costringono a fare i conti con la vostra immensa e fatale debolezza. Non vi spiegano che un movimento senza leader è anche un movimento incapace di trattare e trovare un compromesso. Ed è per questo inesorabilmente condannato a marciare verso il precipizio.
Quel precipizio voi ancora non lo intravvedete. Non lo scorgevano, 30 anni fa, neppure i vostri compagni di Tienanmen. Si aprirà non appena Pechino deciderà che il fastidio causato dalla vostra voglia di libertà e il pericolo di un contagio allargato al resto delle proprie province supera la necessità di dimostrare un minimo di «democratica» tolleranza. In quel preciso istante al vostro fianco non ci sarà più nessuno. Non vi tenderà una mano l'America di Trump prontissima a dar battaglia a colpi di dazi e interessi, ma ben lontana dal rischiare un confronto politico strategico a tutto campo. E di certo non correrà in vostro aiuto la vecchia Inghilterra. Londra si è liberata di voi nel 1997. Oggi non ha più né il potere, né la forza, né l'interesse a difendere l'accordo che vi garantisce, fino al 2047, il diritto di pretendere un sistema politico e giudiziario alternativo a quello di Pechino. Quanto all'Europa non pensateci nemmeno. Al momento opportuno si libererà di voi con un contrito quanto tardivo e remissivo comunicato.
Certo il vostro esempio resterà. Ma a chi gioverà? Duole ammetterlo, ma l'unica a trarne vantaggio sarà la Cina. La vostra sottomissione imposta nel silenzio ossequioso e riverente del resto del mondo servirà in un prossimo futuro a ottenere anche quella di Taiwan e Macao. Solo a quel punto il mondo capirà forse il significato della vostra protesta.
Solo a quel punto anche Tokyo e Seul si renderanno conto di esser ormai sole nel mezzo di un Pacifico dove l'unico ordine rimasto è quello cinese. Solo a quel punto il significato delle vostre grida risuonerà chiaro e distinto anche nelle orecchio del resto del mondo. Ma sarà tutto quel che resta di voi.
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