Adolescenti: una su tre scambia in rete foto porno

Sabrina Cottone

Milano «Non ceda, non ceda» rispondeva negli anni Cinquanta donna Letizia nella sua seguitissima Posta del cuore su Grazia quando le signorine le scrivevano che il fidanzato chiedeva la «prova d'amore». Aura di ricatto più che di Dolce Stil Novo. La «nuova prova d'amore», come l'ha chiamata Ciro Cascone, procuratore della Repubblica del Tribunale dei minori di Milano, è virtuale: foto hard via smartphone. Al convegno di Milano su «Cyberbullismo, hate speech, revenge porn e fake news» si scopre che, nonostante suicidi e tragedie sempre più frequenti, scambiarsi messaggi sessuali, per lo più foto, è normale per il 32% delle ragazze e il 40% dei ragazzi (per il 20% anche in cambio di regali). La metà dei ragazzi si sente sicura se conosce l'altro. In realtà il pericolo esiste eccome. L'anno scorso in Italia sono state denunciate 955 persone (8 arrestate) per estorsioni a sfondo sessuale, stalking, molestie sui social, minacce e trattamento illecito di dati personali. Basta una lite, un nuovo fidanzato, la voglia di vendetta e la miccia della tragedia si accende con la diffusione delle foto.

Ignara sventatezza contro cui si cercano leggi: l'azzurra Mariastella Gelmini per l'insegnamento a scuola della cittadinanza attiva, web incluso, Federica Zanella contro il revenge

porn e per la sim card a misura di minore, il leghista Massimiliano Capitanio per l'educazione civica. Più casareccio Antonio Palmieri (Fi): alle nove di sera i telefoni dei figli vanno a nanna. Con quelli dei genitori.

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