Roma«Carminati non l'ho mai conosciuto, sapevo che era un ex detenuto che aveva scontato la sua pena». È deciso Gianni Alemanno ( nella foto ), che si appresta a combattere la sua battaglia per allontanare le ombre della «Cupola di Roma». Ieri con una lettera a Giorgia Meloni si è autosospeso da Fdi, per non esporre il partito a strumentalizzazioni. La priorità dell'ex sindaco è dimostrare di non aver nulla a che fare con la ragnatela intessuta dall'ex Nar Massimo Carminati, che univa politici, malavitosi e imprenditori interessati a spartirsi fette di Roma. «Quelli della sua area - spiega negli studi di Porta a Porta - hanno avuto un percorso non solo diverso ma antagonista rispetto a quello nostro del Fuan». Parlando dell'inchiesta aggiunge che se le accuse si dimostrassero vere vorrebbe dire che i suoi collaboratori hanno tradito la sua fiducia e se ne farà carico politicamente. «Quando sono uscite le prime notizie - dichiarato Alemanno - ho chiesto a Lucarelli, Mancini e Panzironi se avevano contatti con questi criminali. Mi hanno risposto assolutamente no. Stento a credere che Panzironi fosse nel loro libro paga e comunque non accetto che i 5 anni della mia amministrazione vengano identificati con questi problemi». Ma ammette di essere scosso di fronte alle intercettazioni: «Ho sottovalutato la componente umana, dovevo fare più attenzione nella scelta della squadra, mi sono invece concentrato sulle priorità della città, ma si parla ancora di indagati».
In maniera netta, invece, nega di non aver ricevuto soldi da Carminati e spiega che i fondi ricevuti «sono cose certificate». Prima di congedarsi, infine, «davanti all'oggettiva debolezza della politica romana» invoca un Commissario per il Comune».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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