Alfano vuol tornare a destra. Ma si tratta solo in Sicilia

Il leader di Ap: "Ok ad un candidato azzurro sull'isola ma via la fatwa contro di noi". Martedì vertice chiave

Alfano vuol tornare a destra. Ma si tratta solo in Sicilia

La Sicilia può essere la chiave per la vittoria alle Politiche, come spesso è accaduto in passato. Un assunto che sta spingendo il centrodestra, Silvio Berlusconi in testa, ad accelerare per arrivare a un accordo di coalizione su un candidato unitario.

La trattativa sta entrando nella fase decisiva. Angelino Alfano in un'intervista a il Tempo ha provato a sfruttare il momento per essere riammesso nel centrodestra «nazionale». «Ho proposto a Miccichè - ha raccontato il titolare della Farnesina - di dare la presidenza a noi, così potremo contare di più. In alternativa, se Forza Italia vuole vincere con un proprio candidato governatore che avrebbe bisogno dei nostri voti, deve darci la garanzia che a livello nazionale ci sia tolta la fatwa». La possibilità che Alfano o un uomo di Ncd vengano candidati sono però ridotte al minimo. Un incontro tra il ministro degli Esteri e Gaetano Micciché (probabilmente con la presenza di Niccolò Ghedini e Gianni Letta) avverrà martedì prossimo. Ma Berlusconi (che sta trascorrendo alcuni giorni di riposo in una beauty farm in Trentino) sondaggi alla mano sta valutando altre opzioni, senza tralasciare quella di Nello Musumeci che godrebbe di buoni sondaggi. Quel che è certo è che non viene presa in considerazione una candidatura Alfano, tanto più che spiegano da Forza Italia, il leader di Ncd «per avanzare e rendere credibile questa richiesta avrebbe dovuto come minimo già dimettersi dal governo Renzi». Inoltre anche un accordo politico prima del voto con Alfano a livello nazionale non verrebbe accettato dall'elettorato, mentre su una intesa a livello locale non c'è alcuna preclusione. È chiaro che l'ideale sarebbe avere un accordo ampio tra tutte le forze di centrodestra in Sicilia per giocarsi al meglio la partita e su questo sta lavorando Miccichè come plenipotenziario azzurro nell'isola.

Se l'appuntamento siciliano è quello più vicino in termini temporali, il prossimo anno si terranno anche le elezioni in Lombardia e Friuli Venezia Giulia. E in questo senso, qualora Roberto Maroni decidesse di non ricandidarsi, una opzione potrebbe essere quella di schierare Mariastella Gelmini per il Pirellone e un leghista nella terra oggi guidata da Debora Serracchiani. È chiaro, però, che al momento non esiste nessuna trattativa, ma soltanto voci. Antonio Tajani, invece, in questi giorni si è concentrato sulla Campania dove oltre ad alcuni incontri di carattere più istituzionale con i produttori di ceramica di Vietri, ha anche lavorato a una ricomposizione tra le varie anime del partito.

Resta aperta la questione della legge elettorale.

A settembre è molto probabile che Forza Italia tenti un nuovo blitz sul proporzionale alla tedesca con premio alla coalizione, partendo questa volta dal Senato. Un tema su cui la spinta dal basso oltre che dai bersaniani arriva anche dalla minoranza Pd. Dentro Fi, intanto, il flusso di rientro non si ferma: si attendono due nuovi arrivi per la prossima settimana.

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