All'Europa non piace la manovra: "Riduzione del debito a rischio"

"Riduzione del debito a rischio". L'Ue critica i nostri conti: il patto di stabilità è in pericolo, vedremo in primavera. Brunetta (Fi): attenti ai mercati

All'Europa non piace la manovra: "Riduzione del debito a rischio"

La formula è la stessa utilizzata per le ultime cinque leggi di Bilancio: i conti dell'Italia presentano un «rischio di non conformità al Patto di stabilità e crescita» e la «non conformità con il parametro per la riduzione del debito». Ma questa volta il governo è sicuro di non dover mettere mano alle finanze pubbliche nel corso dell'anno con una manovra correttiva, come era successo ai predecessori. L'ultima volta al precedente esecutivo.

Eppure ieri la Commissione europea ha fatto di tutto per fare in modo che Roma non stia serena. Nel giudizio della Commissione Ue al Dpb, il Documento programmatico di bilancio che sintetizza i conti della legge di Bilancio vera e propria, Bruxelles non boccia del tutto la manovra, ma dice in sostanza che il debito troppo alto è un rischio per il Paese più indebitato del Continente dietro la Grecia.

Il sollievo del governo è per le parole del vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. «Non chiediamo misure immediate» all'Italia perché «la situazione non è come quella dello scorso anno» ma delle misure saranno necessarie «per tutti i Paesi a rischio non conformità - dice - ma per quanto riguarda i tempi rivaluteremo la situazione in corso d'anno, il momento successivo di valutazione dei bilanci è la primavera ventura».

Sui conti di primavera pesano tre incognite. Una è la flessibilità richiesta con il Bilancio 2020. Sono 14 miliardi di deficit in più rispetto a quello concordato. Che all'Europa non vada bene è dimostrato dal richiamo al rispetto del pareggio di bilancio. La seconda sono le coperture della manovra nel suo complesso (quindi le entrate extra del decreto fiscale e del Ddl di Bilancio) comprese quelle da lotta all'evasione. Infine la crescita che rischia di essere inferiore alle aspettative, facendo quindi lievitare i due indicatori principali: il rapporto debito/Pil e il rapporto deficit/Pil.

In sintesi, i toni sono meno duri rispetto a quelli riservati al governo che comprendeva la Lega di Matteo Salvini. Ma la sostanza è molto simile. Rispetto alla flessibilità che Bruxelles ci può concedere ci sono circa 7 miliardi in più e a metà anno la Commissione potrebbe chiederci una correzione dei conti. O, in alternativa, avviare una procedura per debito eccessivo.

Nello stesso limbo ci sono anche Paesi. In primo luogo Belgio, Spagna e Francia oltre alla Grecia. Ma la nostra posizione è più complicata. Da Bruxelles è arrivata «una conclusione pesantissima e che mette in discussione l'impianto e i saldi della manovra», ha commentato Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia che chiede al governo «e, in particolare, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri a tagliare immediatamente le spese per quota 100 e reddito di cittadinanza, prima che i mercati, dopo aver letto i giudizi di Bruxelles, riprendano a vendere i nostri titoli di Stato».

Per il momento le priorità segnalate da Bruxelles non sono in cima ai pensieri della commissione Bilancio del Senato. Oggi entro le 15 tutti i gruppi politici dovranno indicare gli emendamenti «segnalati».

Cioè quelli che i singoli gruppi (i partiti) ritengono prioritari. La prossima settimana un'altra scrematura con l'ammissibilità degli emendamenti. Il tutto senza toccare i saldi e non toccare l'equilibrio già precario del Bilancio 2020.

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