All'ospedale degli alpini sbarcano anche i russi. Missioni: cura e bonifica

I 104 militari in azione con le "Penne nere". Sanificheranno ospizi e i comuni più esposti

All'ospedale degli alpini sbarcano anche i russi. Missioni: cura e bonifica

I russi «marciano» su Bergamo, epicentro del contagio, per schierarsi in prima linea nella battaglia contro il virus. E lo faranno nell'ospedale degli alpini, che lungo i campi di battaglia della ritirata dalla Russia di 77 anni fa hanno costruito asili, ponti dell'amicizia e innalzato croci per i caduti. «In questo momento di bisogno e sofferenza è un grande segnale di avvicinamento fra popoli che tanto tempo fa si sono combattuti. Gli alpini danno il benvenuto ai militari russi» spiega Carlo Macalli, responsabile dell'Associazione nazionale delle penne nere a Bergamo. E nell'ospedale dell'Ana ci saranno anche i medici di Emergency, una delle Ong impegnate sul fronte nell'epidemia. I 104 militari russi, medici e specialisti anti virus, intervengono al fianco di una sessantina di militari del 7° reggimento Cremona, reparto specializzato nella difesa nucleare, biologica e chimica allertato dalla fine di gennaio. Una task force congiunta creata ad hoc.

«Il convoglio militare scortato dai carabinieri - spiega un comunicato di ieri del ministero della Difesa di Mosca - è partito dall'aeroporto di Pratica di Mare per un tragitto di 600 chilometri fino a Bergamo». Al comando della missione russa il generale Sergey Kikot, che ha concordato l'operazione con il generale Luciano Portolano alla guida del Comando operativo interforze.

La colonna è composta da 22 camion russi, 15 mezzi del 7° reggimento di stanza a Civitavecchia e altri 10 di supporto, che ieri sera sono arrivati a Bergamo. La base operativa verrà installata nella parte militare dell'aeroporto Orio al Serio.

«I medici e personale sanitario russo opererà nell'ospedale da campo degli alpini, che dovrebbe essere aperto all'inizio della prossima settimana» conferma al Giornale, Massimo Giupponi, direttore generale dell'Azienda di tutela della salute della provincia di Bergamo. Della missione russa fanno parte 32 medici divisi in 8 squadre, compresi anestesisti. «L'ospedale avrà fra 250 e 300 posti letto - spiega Macalli dell'Ana - Inizialmente erano previsti 100 per la terapia sub intensiva e 150 per pazienti meno gravi». L'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha spiegato oggi che i russi andranno anche «a supporto dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in particolare nelle terapie intensive».

La task force ha «una grande esperienza nella lotta alla diffusione delle infezioni virali, nel contrasto a difficili situazioni epidemiologiche e nell'organizzazione della disinfezione di edifici, strutture e sistemi idrici» spiegano dalla Difesa a Mosca. «Gli specialisti russi e italiani saranno impiegati per sanificare le residenze per anziani e nelle bonifiche di alcuni comuni come Alzano e Nembro» rivela Giupponi. I due paesi più devastati dal virus, che ha falcidiato soprattutto gli anziani. I russi hanno mandato in Italia 55 «bonificatori» con mezzi speciali.

La colonna di Mosca ha trasportato a Bergamo anche 100mila mascherine, 85mila protezioni individuali e 30 ventilatori polmonari. Su tutti i mezzi hanno voluto un tricolore assieme alla bandiera della Federazione in nome dell'operazione «dalla Russia con amore». I radicali pensando che si tratti di un film di James Bond hanno lanciato un infondato allarme: «Dietro agli aiuti della Russia all'Italia operazione di intelligence su cui fare luce». Seguiti da Più Europa e Gennaro Migliore di Italia Viva. Si chiede che vengano indicati nomi, gradi e qualifiche del personale, ma i russi l'hanno già fatto comunicandolo anche alla stampa. Il tenente colonnello Vyacheslav Kulish, per esempio, è uno specialista «nell'elaborazione dei mezzi di difesa contro agenti biologici virali e ha partecipato allo sviluppo dei vaccini per Ebola».

L'intervento nell'epicentro di Bergamo servirà anche a studiare il virus per fronteggiarlo meglio in Russia, dove è stato annunciato blocco dell'attività lavorativa per una settimana, come prima misura contro il nemico invisibile.

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