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All'ospizio per accudire il figlio "Non si smette di essere madri"

A 98 anni si trasferisce in una casa di riposo per stare con il figlio 80enne e disabile: «Ogni sera gli dò la buonanotte»

All'ospizio per accudire il figlio "Non si smette di essere madri"

Mammoni di tutto il mondo, preparate i fazzoletti. Stiamo per raccontarvi la storia della madre più irriducibile della galassia. Non è italiana, se è quello che vi chiedete, ma la cittadinanza del Belpaese - quello dove «solo per te la mia canzona vola» si intesta alla genitrice e non a una fidanzata - la proporremo per decreto legge.

In attesa di questo provvedimento necessarissimo, ogni onore e gloria per Ada Keating da Wavertree, un quartiere alla periferia di Liverpool, inossidabile donna di 98 anni. Vedova di un uomo che certo non aveva la sua tempra e si è arreso molto prima di lei. Tale Harry, da cui ha avuto quattro figli: Barbara, Margi, la povera Janet morta a soli tredici anni, e Tom. Il quale Tom è un pischello di 80 anni che malgrado la verdissima età ha qualche problemino di salute, hai visto mai. Ed è stato ricoverato al centro di cura di Moss View Care della città dei Beatles, perché ha bisogno di un'assistenza che in famiglia non può essergli garantita. Ma lei, la mammina, non ha voluto separarsi dal suo figliolo che non si è mai sposato e che è sempre rimasto a vivere con lei. E si è fatta trovare un posto anche lei nella struttura sanitaria, che tanto qualche acciacchino lo ha e un po' di attenzioni le servono come il pane che non può più mangiare se non dopo averlo lungamente bagnato nella saliva.

I due, come racconta il Liverpool Echo, sono inseparabili, amano trascorrere il tempo insieme a giocare a una partita a carte o a guardare una puntata di Emmerdale, una soap opera in onda da quarantacinque anni, comunque un'inezia. Il quotidiano del Merseyside ha fatto una deliziosa intervista ai due, seduti su un divano con aria affettuosamente intontita, in realtà più il giovinotto che la mamma. I due si tengono a braccetto e raccontano questa storia di amore che va avanti da otto decenni - e qualcuno più bravo di noi potrà dirci se è sano o meno - con vocine esili e spiritose. A parlare per la verità è soprattutto lei, perché lui ha la faccia dell'eterno succube di una genitorialità così definitiva: «Io dico buona notte a Tom nella sua stanza ogni notte e ora gli andrò a dire buona mattina».

La giornata dei due nel Moss View Care sarà scandita da piccoli appuntamenti quotidiani: «Gli dirò che sto per andare a colazione. Quando andrò dal parrucchiere cercherà di sbirciare quando tornerò. E quando ritornerò, verrà con me con le braccia aperte e mi abbraccerà». Perché quello di mamma è un mestiere nel quale non si va mai in pensione.

E Tom? Non sembra affatto soffocato da una tale quantità di amore incondizionato, anche se guardandolo sorridere un po' ebete viene il dubbio che non abbia nemmeno il sospetto che di vite possano essercene altre oltre a quelle nel raggio di azione del guinzaglio della signora Ada: «Sono molto bravi qui - ammette mite lui - e sono felice di vedere la mia mamma più spesso, ora che vive qui. È molto brava a prendersi cura di me, anche se alle volte mi sprona, dicendo: bada a te stesso!».

Tom è stato un pittore e decoratore per una società edile mentre Ada era un'infermiera ausiliaria presso l'ex Mill Road Hospital. Ma la loro vera occupazione permanente è stata essere un figlio lui e una madre lei. Altri familiari, come la di lei nipote Ada, che fa spesso loro visita, guardano al loro legame con l'aria di chi non ha mai nemmeno pensato di poterlo mettere in discussione. «Siamo felici che Ada e Tom possano stare insieme tutto il tempo. Quei due non possono essere divisi. E siamo contenti che siano controllati e accuditi ventiquattr'ore al giorno per sette giorni alla settimana».

Ada e Tom sono molto benvenuti nella casa di cura liverppoliana: il responsabile della struttura, il dottor Philip Daniels, li ha eletti a mascotte della Moss View Care: «È molto commovente vedere la stretta relazione tra Tom e Ada e siamo

contenti di essere in grado di soddisfare entrambe le loro esigenze. È molto raro vedere le madri e i loro figli insieme nella stessa casa di cura e facciamo di tutto per rendere il loro tempo il più speciale possibile».

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