Il coro dell'ipocrisia buonista già intona il consueto peana. In verità dei 330 morti inghiottiti dal Mediterraneo importa ben poco. E neppure del resoconto dei sopravvissuti, costretti armi in pugno a salire sui gommoni forniti dai trafficanti di uomini. Per i professionisti del buonismo le 330 nuove vittime sono solo un'ottima scusa per disseminare immotivati sensi di colpa, riproporre un'accoglienza senza regole e rilanciare operazioni come Mare Nostrum. Ovvero per imporci gli stessi errori che arricchiscono i trafficanti di uomini permettendo il reiterarsi della tragedia. La causa prima resta invece Mare Nostrum. O meglio la sua trasformazione da missione di contrasto al traffico di umani in missione di soccorso. Una causa a cui si sono aggiunti l'egoismo e la spilorceria dell'Europa. Un'Europa che prima si rifiuta di accogliere i disgraziati raccolti nel Mediterraneo e poi sostituisce Mare Nostrum con Triton una missione a buon mercato, ma inadatta sia a fermare i migranti, sia a salvare le loro vite.
Partiamo da Mare Nostrum. La missione del governo Letta punta inizialmente anche a contrastare le attività degli scafisti. Non a caso il 9 novembre 2013 la nave Aliseo apre il fuoco contro una nave madre a sud est di Capo Passero catturando 16 scafisti. Un'operazione simile a quelle degli anni Novanta, quando Tirana autorizza il governo Prodi ad impiegare le forze armate per distruggere le barche degli scafisti nei porti albanesi. Ma con l'avvento di Matteo Renzi tutto finisce nel dimenticatoio e Mare Nostrum si trasforma in una mera operazione di salvataggio. Ed ecco il botta e risposta via Twitter di ieri, con il premier che replica al suo predecessore a Palazzo Chigi - il quale chiedeva di «ripristinare Mare Nostrum, che faccia perdere voti oppure no» -: «il problema è la Libia, non l'Italia».
A marzo 2014, come già scritto dal Giornale , i rapporti dei funzionari del Viminale a Tripoli segnalano l'inusuale arrivo di decine di migliaia di migranti attribuendolo ad una missione che regala l'illusione di una traversata senza rischi. Ricordano come la bolla del traffico di umani favorisca il moltiplicare delle organizzazioni criminali e l'entrata in gioco di gruppi che utilizzano barconi inadeguati e personale inesperto. Rapporti ignorati dal governo che intensifica le operazioni di salvataggio, ma non muove un dito per fermare i criminali libici. La conseguenza di quelle «sviste» sono i 3.363 cadaveri che fanno da corollario ai 170mila sbarchi del 2014. La spinta verso l'attuale baratro d'indifferenza arriva dalla Ue. Ad agosto la Commissaria uscente per gli Affari interni Cecilia Malmstrom concorda con Angelino Alfano la sostituzione di Mare Nostrum con la missione europea Triton. Grazie a un costo di 2,9 milioni euro mensili contro i 9 di Mare Nostrum, Triton è un buon affare non solo per Alfano, prontissimo nel rivendersela come una vittoria su Bruxelles, ma soprattutto per gli altri Paesi europei che la votano a condizione di non doversi suddividere i migranti del Mediterraneo. Da quell'accordo improntato al peggior cinismo deriva la tragedia attuale. Grazie ad una missione progettata soltanto per i soccorsi fino a 30 miglia i Paesi europei schierano bagnarole inadeguate, lasciano all'Italia l'onere dell'accoglienza ed evitano qualsiasi intervento contro i trafficanti di umani. Che invece non rinunciano a mettere in mare i barconi e ad illudere i propri clienti rassicurandoli con l'ormai improbabile prospettiva di un soccorso italiano o europeo.
Uno scenario già ipotizzato dai funzionari del Viminale prevedendo inevitabili tragedie in caso di chiusura di Mare Nostrum. Che invece potrebbe venir ripristinata nella sua forma iniziale per sbarcare sulle coste libiche e risolvere alla fonte il problema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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