Altro che mini-Bot, c'è anche la flessibilità buona

Per pagare i debiti della Pa verso le aziende bisogna passare dall'Europa. È ancora possibile

Altro che mini-Bot, c'è anche la flessibilità buona

Milano - Liquidare i debiti della pubblica amministrazione e ridurre al minimo i tempi di pagamento dello Stato non è facile. Se i minibot sono una soluzione poco probabile ed estremamente rischiosa, in un passato recente una via d'uscita era stata trovata.

Era il 2013 e l'allora vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani si mise in testa di aiutare il governo italiano (guidato da Mario Monti) a liquidare lo stock dei debiti accumulati. Un lavoro diplomatico lungo lo portò ad un accordo con il commissario agli Affari economici Olli Rehn, sulla base del quale vennero esclusi dal calcolo del debito pubblico i debiti commerciali della Pubblica amministrazione liquidati. Se lo Stato avesse pagato i creditori privati (aziende, professionisti che hanno venduto beni e servizi all'amministrazione centrale e agli altri enti pubblici) la somma interessata non veniva considerata dalla Ue.

L'obiettivo era fare pulizia nella contabilità dello Stato e consentire l'emersione di un pezzo di debito pubblico fuori controllo. Ma anche immettere nel sistema produttivo liquidità preziosa.

Il piano era di smaltire lo stock di debiti dello Stato, circa 70 miliardi, in due anni. Ma le procedure erano troppo complesse (tempi lunghi e un complicato meccanismo di certificazione del credito), tanto che alla fine il piano sostanzialmente fallì durante la sua attuazione.

L'Italia ha rischiato procedure di infrazione per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione ma due direttive (una del 2012 voluta da Tajani e l'altra del 2018 recepita in Italia da un paio di settimane) hanno contribuito a ridurre lo stock del debito che in questi anni è intorno ai 53 miliardi di euro. Restiamo comunque ultimi in Europa in quanto a tempi di pagamento e come stock di debiti.

Una nuova edizione dello sconto europeo è in teoria possibile. Lo stesso Tajani ne ha parlato più volte durante la campagna elettorale di Forza Italia. Unico ostacolo, i pessimi rapporti del governo in carica con le istituzioni europee e anche lo stato dei conti pubblici italiani. Siamo probabilmente alla vigilia di una procedura di infrazione e uno sconto in caso di un teorico azzeramento dello stock dei debiti commerciali non cambierebbe il fatto che il nostro debito pubblico sta aumentando ed è già 160 miliardi sopra gli obiettivi europei.

L'altra soluzione l'ha prospettata ieri il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre Paolo Zabeo: «Bisogna consentire la compensazione diretta e universale tra debiti e crediti verso la Pa. Ciò permetterebbe agli imprenditori interessati di ritrovare quella liquidità che, anche a causa del perdurare della stretta creditizia praticata dalle banche, sta mettendo a dura prova la tenuta finanziaria di moltissime imprese».

La compensazione è stata più volte bloccata perché mette a rischio i conti dello Stato. Fa venire meno un'entrata per pagare spese che sono contabilizzate in anni precedenti.

Serve, quindi, uno stanziamento che - a differenza del pagamento diretto dei debiti della Pa - fa aumentare anche il deficit e non solo il debito.

Soluzioni complesse. Mai quanto i minibot, stampati dallo Stato, di durata illimitata, consegnati ai creditori che stanno mettendo a dura prova il governo e in difficoltà lo stesso ministro dell'Economia, Giovanni Tria.

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