Altro che nuovi arrivi irreggimentati dal Viminale. In Friuli l'emergenza profughi è giunta ormai a livelli insopportabili.
Testimonianza ne è la notte che quarantaquattro migranti sono stati costretti a trascorrere all'addiaccio, in un parco pubblico, a Udine. A decine si sono presentati alle porte della ex caserma Cavarzerani, dove già sono ospitati altri immigrati. I volontari della Protezione Civile, però, non hanno potuto fare altro che rimandarli indietro: le disponibilità erano esaurite e loro debbono far rispettare gli elenchi forniti dalla Prefettura.
Così gli afghani e i pachistani si sono dovuti arrangiare ed hanno trascorso la notte all'aperto: una situazione inaccettabile per loro come per i cittadini udinesi. "È necessaria una rigorosa verifica delle presenze prima di garantire l’accesso di persone a una struttura pubblica – spiega il prefetto Provvidenza Delfina Raimondo – dapprima i migranti devono presentarsi alla Questura per presentare la dichiarazione di indigenza e la contestuale richiesta di asilo e non appena l’elenco delle persone che hanno formalizzato la procedura ci viene fornito, cerchiamo di garantire accoglienza nei limiti delle disponibilità."
Altrimenti, è il ragionamento del prefetto, chiunque potrebbe entrare nei centri. Dove il rispetto rigoroso delle regole di ingresso è imprescindibile, se si vuole evitare il caos.
Nel frattempo, però, gli immigrati continuano ad arrivare e nonostante gli sforzi delle migliaia di volontari che ogni giorno si prodigano per cercare la soluzione migliore per profughi ed abitanti molto spesso non riescono a trovare una
sistemazione adeguata. Prima di prendersela con i presidenti delle Regioni - il Friuli era una di quelle più sotto pressione - Alfano dovrebbe forse fare un giro a Udine per constatare con i propri occhi quale sia la situazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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