America first? No, ora è "America alone"

America first? No, ora è "America alone"

«Grazie, no: la nostra politica su immigrazione e rifugiati ce la facciamo da noi e non siamo più disposti a prendere ordini dalle Nazioni Unite o da alcuna entità che non sia quella del governo degli Stati Uniti d'America». Così ha detto Nikki Haley, ambasciatrice americana alle Nazioni Unite annunciando l'uscita del suo Paese dall'accordo che aveva sottoscritto Barak Obama nel settembre 2016 insieme con tutti i Paesi 193 Paesi aderenti all'Onu, con cui gli Usa accettavano di rispettare uno stesso codice internazionale su immigrati e rifugiati. L'annuncio, destinato a scatenare nuovo rancore contro l'amministrazione Trump, è in linea con una tradizione storica unica al mondo: soltanto gli Stati Uniti d'America hanno negli atti fondativi della loro nazione, iscritti e descritti i diritti degli immigrati a diventare americani secondo le regole americane: l'«American Dream» (il sogno americano) e la «Land of opportunity!» (il Paese delle opportunità) sono i capisaldi di una tradizione modellata sull'accoglienza aperta a tutti, indipendentemente da razza o dalla religione. Proprio a causa di questo principio storico inclusivo, gli Stati Uniti si sono sempre dati regole rigidissime per esercitare il controllo dei flussi migratori. Un secolo fa gli immigrati venivano accolti per quote che stabilivano persino da quali regioni italiane si potesse ogni anno emigrare in America: l'anno in cui furono accolti gli antenati liguri di Rudolph Giuliani, non erano ammessi gli italiani del sud. Gli Stati Uniti rimpiangono di aver aperto le maglie all'immigrazione totale ai cubani in fuga dall'isola di Fidel Castro il quale riuscì ad esportare in Florida i criminali comuni e i malati mentali. Oggi li tempi sono diversi ma la politica dell'«America First» rischia di trasformare il Paese in una «America Alone», un Paese solo senza altri amici che la propria dirompente economia e la propria forza militare che, nella dottrina Trump, deve essere più potente di tutte le altre forze militari del pianeta. La decisione annunciata ieri rientra dunque in una tendenza storica che Barak Obama aveva tentato di cancellare aderendo a un patto su immigrazione e rifugiati che riconosceva l'autorità esterna e sovrana delle Nazioni Unite. La politica isolazionista ispirata di Donald Trump è in totale contrasto con la politica dell'Onu alla quale Obama aveva aderito per cercare l'approvazione di chi vorrebbe che gli Stati Uniti fossero un Paese come tutti gli altri.

Questa politica del partito democratico, pronta a cancellare i tratti identitari americani, era inconciliabile con la visione di Trump che vuole gli Stati Uniti primi al mondo e totalmente indipendenti da qualsiasi autorità esterna.

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