Coronavirus

Americani travolti dall'emergenza. Uno su sei ha perso il lavoro

Il Covid-19 si rivela uno tsunami sull'economia Usa, che potrebbe contrarsi del 34,5% nel secondo trimestre. Disoccupazione verso il 20%

Americani travolti dall'emergenza. Uno su sei ha perso il lavoro

New York Oltre 26 milioni di posti di lavoro spazzati via in sole cinque settimane: lo tsunami coronavirus ha travolto il mercato del lavoro americano, mandando in fumo undici anni di progressi, e tutti gli impieghi creati dalla recessione del 2009. Nell'ultima settimana altri 4,4 milioni di americani hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione, che sommati alle precedenti portano a un totale di 26,4 milioni da quando sono scattate le chiusure nei vari stati Usa. Un quadro drammatico, che lascia intravedere una contrazione dell'economia addirittura del 34,5% nel secondo trimestre. E il timore degli economisti è quello di un tasso di disoccupazione superiore al 20%, un livello mai visto dai tempi della Grande Depressione.

Il focus a oggi è quindi sulla strategia da adottare per riaprire il paese: nel piano del presidente Donald Trump, «Opening up America again», sono indicate soltanto le linee guida, ma viene lasciata ai governatori la decisione su come e quando ripartire. Aspetto che si è trasformato in un duro terreno di scontro e va anche oltre le logiche di partito. Nonostante spinga per tornare alla normalità il prima possibile, Trump deve evitare passi falsi che potrebbero costargli la rielezione il prossimo novembre. E per questo ha espresso scetticismo nei confronti di chi sta adottando mosse affrettate. Come il governatore repubblicano della Georgia Brian Kemp, con cui The Donald si è detto fortemente in disaccordo per la sua scelta di riaprire da oggi spa, saloni di bellezza, barbieri, parrucchieri, centri massaggi e per i tatuaggi. «Devono aspettare ancora un po', perché la sicurezza deve predominare», ha fatto sapere Trump. Posizione condivisa dal virologo Anthony Fauci, il luminare membro della task force anti-coronavirus, per cui riaprendo troppo presto certe attività «c'è il pericolo di un rimbalzo». «Come le migliaia di attività attualmente operative in Georgia, sono fiducioso che i proprietari che decidono di riaprire rispetteranno i criteri delle operazioni principali minime, dando priorità alla salute e al benessere dei dipendenti e dei clienti», ha replicato Kemp su Twitter, mostrando di non avere alcuna voglia di fare retromarcia. Intenzionata a tornare alla normalità in tempi brevi è anche la sindaca di Las Vegas, Carolyn Goodman, che vuole riaprire subito hotel e casinò della Strip. Nonostante le differenti visioni sui tempi della ripartenza, i governatori sembrano tuttavia fare fronte comune contro il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, e la sua idea di preferire la bancarotta agli aiuti per i singoli stati. Un'idea definita «stupida» da Andrew Cuomo, secondo cui una bancarotta dello stato di New York innescherebbe un collasso dell'economia americana. Intanto, Fauci ha avvertito del rischio di una seconda ondata del Covid-19, dicendosi «certo che ci sarà in autunno». Anche se è convinto che «saremo più preparati»: «Se sarà grande o piccola dipenderà dalla nostra risposta». Più ottimista Trump, secondo cui il virus potrebbe non tornare, e in ogni caso «se tornerà, non sarà come ora». Si tratta comunque di uno scenario che potrebbe scompigliare ancora le carte della campagna elettorale per le presidenziali. Una campagna già stravolta dall'emergenza, con Joe Biden che ha sempre più difficoltà a ritagliarsi una nicchia di visibilità, e Trump consapevole che la gestione della pandemia è fondamentale per la conquista del secondo mandato.

E a mostrare come l'impatto del virus rischia di diventare sempre più determinante è l'aumento degli indecisi: se tre settimane fa la percentuale era del 5%, oggi stando ai dati dell'agenzia Bloomberg è schizzata al 12%, mentre secondo un sondaggio di Fox News ha addirittura superato la soglia del 16%.

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