Roma Fiducia al ministro Lotti, avanti fino alla fine legislatura e taglio alle tasse sul lavoro. Il premier Paolo Gentiloni ha scelto la platea pop di Domenica in per ufficializzare la fase due del governo. La prospettiva è quella di arrivare al 2018. «La scadenza è la fine della legislatura, poi i governi possono finire prima se non hanno la maggioranza ma io dico sempre ai miei colleghi che dobbiamo lavorare non avendo in mente la durata ma le nostre responsabilità». Il premier ha assicurato di nuovo che tutto avviene in continuità con il governo Renzi, poi ha ammesso che accanto alle cose «da completare» ci sono quelle «nuove importanti» da fare. Sono le famose riforme. Una scelta politica, ma anche una strada obbligata per convincere le istituzioni europee a rinnovare la fiducia nell'Italia.
Non a caso il principale capitolo toccato da Gentiloni è il taglio delle tasse sul lavoro. Ipotesi confermate, ma ora c'è anche la data. «Il nostro obiettivo nel Def è quello di abbassare ulteriormente le tasse sul lavoro. Dobbiamo rendere gli investimenti più vantaggiosi, dobbiamo dare un'altra spinta sulle tasse del lavoro», ha annunciato il premier, spiega Gentiloni.
Quindi riforma in arrivo tra un mese. Oltre alla riduzione del cuneo fiscale, «ci sono negoziati con l'Ue e riforme da sviluppare. La mia idea è quella di mettere insieme un'agenda del mio governo». Tra le priorità che necessitano di «riforme più strutturate. Il lavoro e il Mezzogiorno, alcune riforme come la nuova legge sulla concorrenza e la riforma del processo penale e la legge sulla povertà. Dobbiamo dare un ombrello di protezione sociale».
C'è anche un obiettivo politico: «Togliere un'idea di provvisorietà il governo - aggiunge Gentiloni - deve darsi una impronta riformatrice, un'agenda di riforme. Ora dobbiamo dare messaggi rassicuranti. Abbiamo la nostra agenda di riforme e la porteremo avanti».
Il tentativo è ancora quello di smarcarsi dalle vicende giudiziarie e dalle turbolenze politiche del Pd. Ma sul ministro dello Sport Luca Lotti il premier sceglie una linea di difesa. «C'è stato un membro del governo che ha ricevuto un avviso di avvio di indagini a dicembre e la sua vicenda da allora non è cambiata e quindi la mia fiducia nei suoi confronti rimane immutata ed io mi auguro che lo sia anche quella del Parlamento». Riferimento alla mozione di sfiducia: «Non possiamo arrenderci all'evidenza che un avviso rompa la presunzione della non colpevolezza».
Tra gli impegni presi da Gentiloni, quello ad accelerare la ricostruzione delle zone terremotate.
«L'Europa ci aiuterà», ha assicurato, ricordando che all'Italia andrà un miliardo e mezzo per la ricostruzione. «È il Paese che avrà di più dal fondo di emergenza», ha ricordato il premier, ringraziando per questo l'impegno del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
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