Ancora una strage in mare: la Libia non ferma i profughi

Barcone stracarico affonda a Tripoli: affiorati 20 corpi, 170 dispersi I libici incoraggiano le partenze: «Gli italiani verranno a salvarvi»

Ancora una strage in mare: la Libia non ferma i profughi

Ragusa È un'ecatombe. Si è consumata venerdì l'ennesima tragedia del mare. 170 i dispersi e 20 i corpi finora recuperati davanti Tripoli. La guardia costiera libica ha salvato 16 persone e prosegue nelle ricerche dei naufraghi, mentre affiora qualche resto dell'imbarcazione portato a riva dalle onde.

È stato Abdellatif Mohammed Ibrahim, della guardia costiera libica, a divulgare la terribile notizia. Gli immigrati di origine sub-sahariana avevano preso la via del mare alle 3 del mattino da Guarakouzi. Giunto a una sessantina di chilometri a est di Tripoli il barcone si è rovesciato. I passeggeri non hanno avuto scampo, in balia del mare. Se la son vista brutta anche 75 immigrati partiti dalla Libia e salvati giovedì dalla guardia costiera tunisina dopo cinque giorni alla deriva senza cibo né acqua.

Sono giorni tristissimi. Perché questa nuova tragedia si aggiunge alle tante altre. Perché si continua a sbarcare senza sosta sulle coste italiane con numeri record come quelli raggiunti ieri in meno di 24 ore con circa 1500 arrivi. Perché non si sa più come fare per fronteggiare la trasmigrazione di interi popoli, incoraggiata dalla loro disperazione, dall'avidità delle consorterie criminali che organizzano viaggi a ciclo continuo mai sazie di arricchirsi a dismisura, e purtroppo anche dal fatto che le navi italiane fungono da traghetti, recuperando gente in mare per trasferirla sulla terra ferma. E dove? I centri di accoglienza scoppiano. Sono giorni davvero tristi. Perché si continua a sbarcare. I numeri da capogiro scoraggiano, non certo le nuove partenze ma gli italiani.

Ma chi li arresta gli immigrati se partono nella convinzione, instillata loro dai libici, che saranno salvati dalle navi italiane? «Nessuna paura - hanno detto ad alcuni immigrati preoccupati per le condizioni del gommone su cui dovevano viaggiare in parecchi -. Basterà lanciare l'Sos e verranno a soccorrervi». Lo hanno riferito i migranti alla mobile di Ragusa. E non è la prima volta. Gli agenti, intanto, hanno arrestato ieri i tre scafisti egiziani, responsabili dello sbarco di venerdì a Pozzallo di 197 persone. «Volevamo raggiungere l'Italia ma non avevamo i soldi e ci siamo messi d'accordo con i libici», hanno riferito due di loro. Il terzo ha fatto scena muta. Era già stato in Italia ben 5 volte sbarcando a Lampedusa e nel 2013 era stato arrestato in quanto scafista a Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano.

Ancora a Pozzallo ieri sono sbarcati 354 immigrati, tra cui molte donne e bambini. Sin da subito al lavoro la macchina organizzativa per l'accoglienza dei nuovi approdati, con un turn over tra partenze per altre città di quelli già ospiti al Cpsa e ingressi delle new entry.

Otto giovanissimi immigrati sono stati soccorsi in Sardegna da una motovedetta del primo reggimento dell'Esercito impegnata nel consueto pattugliamento. I militari hanno avvistato davanti a Cala Alegusta una barca di 5 metri e mezzo con motore fuoribordo che si avvicinava alla costa. La motovedetta ha scortato l'imbarcazione al porto di Teulada, dove c'erano i carabinieri.

Un barcone è riuscito a eludere i controlli del dispositivo Mare Nostrum e ha sbarcato i passeggeri sulla spiaggia di Torre Salsa a Siculiana. I due timonieri, tunisini, stavano fuggendo a bordo dello stesso barcone lungo 10 metri, che è stato intercettato e fermato da carabinieri e guardia costiera. Sono stati i due scafisti, interrogati, a fare rintracciare una ventina di fuggiaschi. Ma il resto, si presume almeno un centinaio di persone, dov'è? Sparso per l'Italia, senza che siano stati effettuati i controlli necessari previsti per scongiurare il diffondersi di malattie, dalle più banali e alle più preoccupanti.

In arrivo a Porto Empedocle ieri sera 470 immigrati intercettati da due pattugliatori della guardia costiera.

Ieri la Marina Militare ha sbarcato a Catania 196 immigrati, 1373 sono in viaggio sulla fregata Fasan. Tra questi un morto per trauma cranico.

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