Ancora una tragedia a Orlando: bambino sbranato da un coccodrillo nel parco giochi «Disney World»

Luciano Gulli

I fanatici dello Zodiaco, ovvero quelli che scorgono lapalissiani, ineludibili nessi tra i destini degli umani e certe spaventevoli congiunzioni astrali, non avranno dubbi. Sulla città di Orlando, teatro l'altro giorno della strage nel locale gay ad opera del fanatico assassino Omar Mateen, dev'esserci stato certamente uno di quei fenomeni di imperscrutabile nemesi astrale, un influsso nefasto di pianeti sui quali la scienza, che non ci crede, arretra ammutolita. Quarantanove morti, per non dire dei feriti, la notte di domenica al Pulse, potevano bastare, per mettere una città sotto i riflettori della sfortuna. Martedì notte, invece, il dramma si ripete. Perdonino, i poveri morti del Pulse e i loro familiari. Ma questa che qui raccontiamo a noi pare una storia anche più atroce. Una sola vittima, stavolta. Ma è un bambinello di due anni, ammazzato da un alligatore che lo ha ghermito su una spiaggetta di Disney World che ha la sua sede, come tutti i bambini del mondo sanno, proprio a Orlando.

Una famigliola in vacanza, arrivata il giorno prima dal Nebraska. Padre, madre e tre figli. Erano rimasti su una spiaggetta della Seven Seas Lagoon, vicino al Grand Floridian, uno dei resort del parco giochi più famoso del mondo, a godersi il tramonto. I genitori chiacchierano, i bambini si rincorrono sulla spiaggia, con l'acqua al ginocchio («vietato fare il bagno», dicono i cartelli), ridendo e spruzzandosi a vicenda. Il clima è magnifico, i colori del cielo, il giallo, l'arancio, il violetto, il rosa, sembrano pensati da Walt Disney in persona quando il Mostro, nella sua terrificante bruttezza, entra in scena. Un secondo, forse due o tre. L'immondo sommergibile emerge sulle sue corte zampacce e punta dritto sulla preda. Una breve, sgangherata corsetta, ed ecco il più piccolo di quei tre bambini, immobilizzato dal panico, stretto nelle sue fauci. Il mostro fa dietrofront e sparisce tra i flutti, col suo bottino. Inutile la corsa del padre e della madre, il brancicare nell'acqua, le grida di «aiuto», il pianto dei fratellini rimasti attoniti di fronte alla scena.

«Tutti a Disney World siamo devastati da questo tragico incidente», ha dichiarato un portavoce del parco giochi.

Spiegare però perché sia stato consentito a un bambino di giocare sulla sponda di una laguna infestata da alligatori, visto che gli alligatori fanno il loro mestiere di assassini, questo ancora non lo ha spiegato nessuno.

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