Un anno dopo Pannella rischia di scomparire anche il Partito radicale

Servono tremila iscritti entro fine dicembre. Tensioni sulla linea istituzionale della Bonino

Un anno dopo Pannella rischia di scomparire anche il Partito radicale

Roma - Marco Pannella muore per la seconda volta. Anzi, per la terza. Più che celebrare il primo anniversario della scomparsa, ieri è stata certificata la morte della mission politica indicata del leader del Partito Radicale. Un parricidio portato a compimento dalla donna che avrebbe dovuto raccogliere l'eredità politica e morale di Pannella: Emma Bonino. Avrebbe. Ed, invece, l'ex ministro dei governi Prodi e Letta, negli ultimi anni, s'è sempre smarcata, non solo fisicamente, in seguito alla scissione tra il Partito Radicale e Radicali Italiani, ma soprattutto sul piano dei valori e delle idee, dalle battaglie civili che hanno segnato la stagione pannelliana in Italia.

Nonostante la distanza politica, chiara, Bonino ha, comunque, voluto partecipare alla commemorazione che si è tenuta alla Camera dei Deputati a Roma del suo padre politico. Pubblicamente, la Bonino si sente ancora una figlia di Pannella. Nei fatti, però, il suo impegno politico appare distante anni luce dallo spirito del Partito Radicale. Una contraddizione emersa in tutta la sua forza nel mese di marzo a Milano quando Bonino e Benedetto della Vedova hanno lanciato il movimento Forza Europa. Se Pannella è stato un nemico dell'establishment, Bonino si è seduta al tavolo con l'ex presidente del Consiglio Mario Monti, spedito a Palazzo Chigi, senza il voto degli italiani, da quei poteri forti che il leader dei Radicali ha sempre combattuto. Se Pannella non ha mai rinunciato al profilo movimentista dei Radicali, Della Vedova ha ammesso, pubblicamente, come l'intenzione sua e di Bonino sia quella di trasformare Forza Europa in un partito. Se Pannella è sceso nelle piazze italiane per urlare contro i falchi dell'alta finanza, la Bonino ha ottenuto i soldi per le sue campagne contro mutilazioni genitali femminili dal finanziere americano George Soros. Uno strappo che non si è ricucito nemmeno nel giorno del ricordo del leader dei Radicali: Rita Bernardini e Maurizio Turco hanno partecipato all'Istituto per la storia del Risorgimento a Roma alle celebrazioni per la morte del loro leader. Emma Bonino e Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani, hanno preferito un evento più istituzionale, di «Palazzo», a Montecitorio, accanto all'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

E dato che non c'è mai fine al peggio, Pannella rischia di morire per la terza volta tra sette mesi. Entro dicembre di quest'anno il Partito Radicale dovrà raggiungere la quota di 3mila iscritti. Se non centrerà l'obiettivo, sparirà il simbolo che per 70 anni ha accompagnato le battaglie di libertà e civiltà di Marco Pannella. La missione a oggi, appare impossibile: sono circa 1.500 i cittadini, meno della metà, che hanno sottoscritto la quota di 200 euro per l'adesione al Partito Radicale. Un anno fa, nel mese di settembre, si è tenuto il 40° congresso del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito: la mozione finale, firmata dal tesoriere, Maurizio Turco ha fissato un obiettivo: 3mila iscritti entro dicembre 2017 e altri 3mila entro il 2018 per continuare ad esistere. Non è in gioco solo la struttura del Partito Radicale ma anche la sopravvivenza di Radio Radicale che in caso di mancato raggiungimento delle 3mila adesioni sarà costretta a sospendere le trasmissioni.

Il declino dei Radicali ha una genesi ben definita. Che rimanda al punto di partenza: alla rottura tra la mission pannelliana e la strada di Palazzo inseguita da Bonino sfociata nella scissione tra Partito radicale e Radicali Italiani.

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