Armi, sesso e droga: il «made in Italy» del crimine on-line

Accesso iper-selezionato, scarsa tracciabilità, anonimato assoluto Ecco Babylon, la nuova frontiera dell'illegalità inventata da un campano

I l sistema era talmente collaudato che si poteva tranquillamente comprare un Kalashnikov» spiega Michele Prestipino procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Roma. Non stiamo parlando di trafficanti di armi di Balcani o carichi che arrivano dalla Libia, ma dell'offerta on line di arsenali vari attraverso un fiorente mercato nero digitale. La piattaforma si chiama «Babylon» ed era gestita da un campano di 40 anni, che metteva in contatto domanda e offerta illecita in cinque continenti. Un bazar del crimine annidato nel «deep web», la rete sommersa, invisibile che sfugge ai motori di ricerca, dove i cyber delinquenti hanno instaurato un mondo parallelo.

Per la prima volta in Italia la polizia postale ha scoperto un mercato nero digitale e criminale dove si vende di tutto. Non solo foto e video per i pedofili, ma armi, documenti falsi, sistemi di hackeraggio, codici per clonare le carte di credito, bancomat e droga.

L'inchiesta della Dda di Roma ha individuato 14mila utenti iscritti alla comunità cybercriminale, 170mila messaggi di trattative illecite, oltre 11mila «portafogli» Bitcoin, la moneta cripto virtuale usata nelle transazioni.

Per gli stupefacenti c'era la piattaforma «Pablo Escobar» dedicata ad uno dei più famosi boss colombiani del traffico di droga. Grazie ad un menù a tendina si poteva scegliere fra «cocaina, Lsd, anfetamine» e altre porcherie.

«È come un fantasma evocato da tempo, che si materializza - spiega a il Giornale , Roberto Di Legami, direttore del Servizio di polizia postale -. Se ne parlava, ma adesso abbiamo scoperto che questo mercato alternativo esiste davvero».

Babylon, smantellato ieri con un blitz in Campania, si presentava, con il sotto totitolo «il black market italiano», dopo una serie di complessi sistemi di controllo per accedervi. Si pagava in bitcoin, la cripto valuta, come se fosse un film di fantascienza. Il 40enne campano, per ora indagato, che lo ha ideato, svolgeva anche il ruolo di ufficio cambi. Ogni bitcoin vale 264 euro e lui si tratteneva una commissione dell'8%. «Sono state monitorate transazioni per un milione di euro» spiega il poliziotto del web.

L'operazione stile Matrix ha scoperto nella piattaforma Babylon, 12 «hidden service», i servizi web che garantiscono l'anonimato. Ognuno specializzato in un settore: manuali su come restare anonimi in rete, tecniche di truffa, documenti falsi e addirittura un sito di “annunci” criminali stile Portobello. Alcuni di questi filoni digitali erano nel mirino delle polizie di mezzo mondo.

La caccia è iniziata un paio d'anni fa sulle tracce di una comunità in rete di pedofili interessati ad organizzare tour di turismo sessuale in giro per il mondo. Gli specialisti del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia si sono infiltrati on line con identità fittizie. E ben presto hanno scoperchiato il vaso di Pandora penetrando nella «dark web», la rete nera dove sguazzava Babylon. «Svariate decine di italiani sono coinvolti nella parte pedo pronografica, ma numerosi messaggi nella nostra lingua riguardano pure altre transazioni. Quelli per i codici clonati delle carte di credito avvengono on line, ma per il mercato nero delle pistole o della droga, dopo il contatto in rete, la consegna è fisica. Adesso andremo a verificare tutti questi scambi» spiega il direttore Di Legami.

L'aspetto incredibile è che si vendevano facilmente on line passaporti di diversi paesi, documenti di identità falsi, ma pure buoni pasto

taroccati e accessi alle Pay tv. «Per ora mancano gli elementi, ma non escludiamo che i passaporti potevano interessare ai terroristi» osserva il poliziotto della rete. Babylon macinava affari criminali da quattro anni.

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