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Arriva un Def senza troppe pretese

Il Pil rivisto sotto il +3% scoraggia lo scostamento. Patto di Stabilità verso il rinvio

Arriva un Def senza troppe pretese

Un sospiro di sollievo ma senza entusiasmo. Il Def, che il governo dovrebbe varare giovedì prossimo (in anticipo di tre giorni sulla scadenza naturale, sarà improntato alla moderazione sotto tutti i punti di vista anche se da ieri il deficit può essere eliminato dalla lista dei tabù. L'Eurogruppo di Lussemburgo, infatti, ha sancito, oltre all'insolito asse Olanda-Spagna, anche l'apertura dell'Aja al rinvio di un ulteriore anno della sospensione del Patto di Stabilità.

Questo spiraglio di luce non consente, tuttavia, voli pindarici al premier Draghi e al ministro dell'Economia Franco. Non è un caso che, per evitare nuovi conflitti (dopo le solite mattane di Conte), Palazzo Chigi abbia fatto filtrare la convocazione per dopodomani del Consiglio dei ministri per non indispettire i sindacati che da mesi puntano a una riforma che flessibilizzi l'età pensionabile per evitare il ritorno alla legge Fornero. Invitarli a Piazza Colonna per metterli dinanzi al fatto compiuto non sarebbe stato un beau geste. L'impatto della guerra in Ucraina avrà conseguenze anche sui parametri macroeconomici. L'asticella del Pil (oggi il dato definitivo sul 2021 dell'Istat che ieri ha rivisto lievemente al ribasso il Pil nominale, quello a prezzi correnti) potrebbe essere posta sotto la soglia del 3%, forse anche al di sotto del +2,8% di cui si era discusso nei giorni scorsi. Ieri Draghi ha incontrato Franco e il ministro dello Sviluppo Giorgetti per mettere a punto gli ultimi dettagli ma la linea di politica economica pare già tracciata. Anche in presenza di uno scostamento programmatico di qualche decimale rispetto al quadro tendenziale del deficit/Pil fissato al 5,3% per quest'anno non si potranno programmare spese eccedenti una decina di miliardi di euro per mantenere il debito/Pil attorno al 150 per cento su un sentiero in discesa.

Perché questa prudenza se anche la frugale Olanda s'è acconciata a superare la linea dell'austerity? «Possiamo aspettarci che la Commissione proporrà la prosecuzione della sospensione delle regole di bilancio dato che le circostanze economiche lo giustificherebbero», ha dichiarato la ministra delle Finanze, Sigrid Kaag, in una conferenza stampa congiunta con la collega iberica Nadia Calviño. L'asse tra Spagna e Olanda propone il superamento della regola della riduzione annua di un ventesimo del debito eccedente il 60% del Pil. Al suo posto si fisserebbero obiettivi specifici per ciascun Paese, si promuoverebbero investimenti mirati per green e digitale sul modello Recovery e, soprattutto, la costituzione di «cuscinetti» fiscali per fronteggiare nuovi shock in questo modo disimpegnando gli altri partner europei. Insomma, ci sono dei pro e dei contro tra i quali anche il monitoraggio costante delle situazioni di squilibrio.

Intanto, da stasera in commissione Finanze della Camera inizierà il voto sulla delega fiscale. Tra gli emendamenti del governo una clausola di salvaguardia che stabilisce la stabilità della pressione fiscale rispetto alla legislazione vigente.

Tra le altre novità un periodo di 2 anni di «grazia» per i professionisti che escono dal regime forfettario e un ritorno del cashback focalizzato sulle spese sociosanitarie.

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