Politica

Asia, la versione di Bennett: «Ho avuto paura e vergogna»

Il giovane spiega la sua tardiva accusa alla Argento Il legale che chiese il risarcimento un fan di Bourdain

«Paura e vergogna». Sono i motivi che avrebbero impedito a Jimmy Bennett di raccontare prima la presunta violenza sessuale subita nel 2013 da Asia Argento. Una violenza che invece è miracolosamente riemersa qualche mese fa, quando l'attrice romana si è issata a paladina delle donne molestate diventando la «delegata» italiana del #metoo e accusando a sua volta il potente produttore hollywoodiano Harvey Weinstein di averla più volte molestata.

In un comunicato inviato al New York Times - quotidiano che qualche giorno fa aveva rivelato la circostanza che la Argento pagò 380mila dollari a Bennett per il suo silenzio sulla vicenda - l'attore e musicista oggi ventiduenne ma minorenne al momento del rapporto sessuale che avrebbe avuto con l'attrice italiana in un albergo californiano, ha rotto il suo silenzio, spiegando i motivi del suo apparentemente incomprensibile comportamento. «Inizialmente - spiega Bennett - non ho parlato della mia storia perché ho scelto di gestirla in privato con la persona che aveva fatto un torto».

Inoltre il giovane attore - che conobbe la Argento sul set di Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa, da lei diretto nel 2004 - pensava che «ci fosse uno stigma a essere in quella situazione come uomo nella nostra società». Però alla fine «il mio trauma è rivenuto in superficie quando lei è venuta fuori come vittima». Da ciò la richiesta di un risarcimento e l'accordo stipulato qualche tempo fa con la Argento, che, anche a causa delle insistenze del suo fidanzato, lo chef Anthony Bourdain - poi suicidatosi nel giugno scorso - avrebbe acconsentito a versare l'ingente cifra, lei dice per evitare problemi e per affetto nei confronti di un giovane fragile e squilibrato (ma le foto e gli sms pubblicati mercoledì sul sito Tzn dimostrano che il rapporto ci sarebbe stato), lui invece per riparare a un torto.

Ieri peraltro sono emersi particolari succosi sul regista della vicenda, tale Gordon K. Sattro, avvocato palestrato e spregiudicato di Bennett, che però su Instagram racconta di essere un fan di Bourdain. Sattro opera a Beverly Hills e nel suo studio (di cui è senior partner) si occupa proprio di show-business, rappresentando attori, registi, sceneggiatori e cantanti di medio livello. È lui ad avere avuto l'idea, geniale dopo il coinvolgimento della Argento nello scandalo sessuale nella parte di vittima, di scrivere la lettera in cui preannuncia all'attrice la volontà di procedere con una denuncia per stupro.

Insomma, il quadrilatero Argento-Bennett-Bourdain-Sattro è una vicenda squallida, in cui ognuno ha scheletri ben nascosti negli armadi e sembra giocare una parte mandata a memoria, come in uno dei film non sempre di altissimo livello girati dalla attrice e regista romana. Che sembra ormai destinata ad abbandonare il progetto televisivo che avrebbe dovuto rilanciare la sua immagine, la partecipazione come giurata alla prossima edizione di XFactor. Sky è in grande imbarazzo e ha preso tempo: da un lato non vuole dare visibilità a un personaggio a questo punto piuttosto screditato, dall'altro probabilmente si rammarica di dovere rinunciare alla facile pubblicità che la Argento porterebbe al programma. Oltre poi alla difficoltà di sostituire in extremis la giurata (la prima puntata andrà in onda su SkyUno giovedì 6 settembre, si fa strada l'ipotesi di ingaggiare Simona Ventura, vecchia volpe del talent) e di cosa fare con le puntate delle audizioni già girate, con la Argento nel cast.

Mandarle in onda? O mandarle al macero? Noi scommettiamo per la soluzione di compromesso: audizioni in onda integralmente e Argento fuori dal seguito del talent.

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