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Da Atreju a Fiuggi, un centrodestra a tre piani che Salvini vuole cannibalizzare alle Europee

Divisi sul governo, uniti per le amministrative e ancora separati nella corsa al Parlamento Ue

Da Atreju a Fiuggi, un centrodestra a tre piani che Salvini vuole cannibalizzare alle Europee

La resa dei conti arriverà all'indomani del 26 maggio del 2019, quando i 27 Stati membri dell'Ue avranno votato per il rinnovo del Parlamento europeo. Una tornata elettorale destinata a ridisegnare gli equilibri a Bruxelles ma anche in Italia, dove il centrodestra potrebbe vivere una sorta di anno zero.

Ad oggi, infatti, quella che era la coalizione che per anni ha governato il Paese si ritrova a muoversi su tre piani distinti e lontani, in un equilibrio precario e problematico che difficilmente potrà reggere. Il primo è quello nazionale, con la Lega al governo in compagnia del M5s. Il Carroccio è solo numericamente a ricasco dei Cinque stelle, visto che politicamente non c'è dubbio che sia Matteo Salvini il vero dominus dell'esecutivo, una sorta di premier di fatto. Il secondo piano è quello delle amministrative, visto che alle regionali del prossimo anno - si voterà in Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Sardegna - Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia presenteranno candidati comuni. Il terzo è ultimo piano è quello delle elezioni europee, con Lega e FdI che puntano alla vittoria dell'asse sovranista con l'obiettivo di dar vita ad un unico gruppo parlamentare populista al Parlamento europeo. Un'operazione su cui si sta concentrando da tempo The Movement, la rete creata da Steve Bannon. Proprio ieri, l'ex stratega della Casa Bianca era ospite di Atreju, la kermesse organizzata a Roma da Giorgia Meloni. Mentre Salvini ha già da tempo aderito al movimento di Bannon che punta a riunire i sovranisti di tutto il mondo.

Insomma, uno scenario triplice che si tiene insieme su un equilibrio più che precario. Ne è una conferma il botta e risposta di ieri sull'asse Fiuggi-Roma. Dalla tre giorni di Forza Italia, infatti, arrivano gli affondi di Antonio Tajani che attacca Salvini che «vuole la botte piena e la moglie ubriaca», invitandolo a «non piegarsi sempre alla volontà di Di Maio». La replica del ministro dell'Interno dalla festa di Atreju non si fa attendere. «Per me il governo poteva anche essere allargato a FdI, ma non a Forza Italia perché certe cose non si dimenticano», la butta lì il vicepremier ricordando il braccio di ferro del 2016 per al corsa al Campidoglio. Con una precisazione piuttosto pungente: «Con Berlusconi parlo solo per fare accordi locali».

Nonostante il vertice a Palazzo Grazioli di qualche giorno fa, insomma, i rapporti tra Lega e Forza Italia restano complicati. D'altra parte, la contraddizione dello stare su fronti opposti al governo nazionale e dalla stessa parte nelle partite locali è evidente anche a un bambino. Così, pure se Silvio Berlusconi sceglie la via della prudenza e preferisce gettare acqua sul fuoco («Salvini bisogna capirlo, deve tenere i rapporti con il M5s», dice a sera arrivando in quel di Fiuggi) tra gli azzurri la tensione resta altissima. La convinzione di tutti, infatti, è che alle Europee del prossimo anno si arriverà alla resa dei conti. E che se la linea di Forza Italia continuerà ad essere così schiacciata su Salvini non potrà che essere una débâcle. «Lo stop and go sulla presidenza della Rai - spiega un big azzurro - ne è l'esempio più lampante». Anche per questo ieri Tajani ha scelto di usare toni più duri del solito, per rispondere a quella che dentro il partito di Berlusconi è un esigenza più che sentita.

Dal canto suo, infatti, Salvini sta continuando a macinare consensi su consensi, pescando voti sia tra gli elettori azzurri che tra i grillini. Se le elezioni per il Parlamento Ue fossero domani, insomma, per il vicepremier sarebbe una vittoria schiacciante. Ecco perché buna parte dello stato maggiore azzurro vorrebbe che Forza Italia tenesse una linea meno ondivaga e più netta nei confronti del governo. Soprattutto se dovesse trovare conferma quello che da 48 ore va raccontando Salvini. «L'altro giorno quando ci siamo visti a Palazzo Grazioli - ha detto il ministro dell'Interno a più di un interlocutore - Berlusconi mi ha assicurato che non ha alcuna intenzione di candidarsi alle Europee. Dice che è concentrato su altro, che non se la sente di affrontare un impegno così e che preferisce dedicarsi alla famiglia».

Così fosse, è scontato che ne risentirebbe non poco anche il risultato di Forza Italia.

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