La denuncia per stupro è arrivata venerdì. Ma il terremoto che fa tremare la Francia e l'intera comunità di cineasti si è scatenato ieri. La notizia che il regista e produttore francese Luc Besson fosse accusato di stupro, dopo la testimonianza di una 27enne raccolta in una stazione di polizia a Parigi, riapre una ferita nel mondo del cinema già segnato dal caso Weinstein. Pronta la risposta dell'avvocato: «Luc Besson nega categoricamente queste accuse fantasiose», spiega all'Afp il legale Thierry Marembert. «È vero, una denuncia c'è stata, presentata da una persona che il mio cliente conosce, con il quale però non ha mai avuto comportamenti inappropriati».
Doveva essere la giornata di Cannes e dei suoi film in concorso. Vincitori e vinti. Invece si è cominciato a parlare di quello che la Francia ha già ribattezzato il caso Besson. A mano a mano che le indiscrezioni si colorivano di dettagli, gli inquirenti precisavano: «Una denuncia è stata presentata per atti descritti come stupro, presumibilmente accaduto nella notte tra giovedì a venerdì a Parigi». «L'inchiesta è affidata al 1° distretto giudiziario di polizia ha aggiunto la stessa fonte ma i fatti avrebbero avuto luogo al Bristol Hotel, nell'VIII Arrondissement».
Secondo altre fonti, la donna di 27 anni, attrice, sarebbe andata alla stazione di polizia venerdì per denunciare fatti accaduti la sera prima al palazzo parigino. Avrebbe raccontato di aver avuto un rapporto intimo con il regista 59enne per circa due anni e di sentirsi obbligata a cedere alle avances a causa delle loro relazioni professionali. Una descrizione molto simile alle accuse rivolte al produttore americano Harvey Weinstein.
Il regista non sarebbe stato ascoltato dagli investigatori, secondo una fonte dell'inchiesta. Luc Besson è considerato il più internazionale dei cineasti francesi, produttore della serie Taxi e oggi anche un influente uomo d'affari. Secondo Europe 1, che ha divulgato le prime informazioni, la denunciante ha riferito di essersi sentita male dopo aver «bevuto una tazza di caffè, entrando in uno stato di semi-incoscienza». Quando si è svegliata, a fine della serata, sarebbe tornata in sé e avrebbe cominciato a ricordare le molestie fatte di «toccate e penetrazioni». Luc Besson non era presente al risveglio. Aveva abbandonato l'hotel, lasciando una serie di biglietti sul comodino ora al vaglio degli inquirenti.
Alla testa della compagnia EuropaCorp, Luc Besson ha ampliato il suo campo d'azione creando nel 2012 la Cité du Cinéma, a nord di Parigi, con nove set cinematografici e una scuola di cinema. Nel 2017, i risultati deludenti del suo blockbuster Valerian hanno tuttavia gettato EuropaCorp in notevoli difficoltà finanziarie. Con 17 film al suo attivo e 12 nomination per César, il regista ha finora vinto solo la statuetta per la miglior regia nel 1998 per Il quinto elemento. Ora dovrà molto probabilmente affrontare un processo che si preannuncia lungo e insidioso. Soprattutto potrebbe esplodere in Francia una protesta collettiva sull'onda di quella conosciuta negli States.
Gli investigatori hanno effettuato esami del sangue e dei tessuti cutanei della donna per rilevare l'uso di possibili farmaci. Anche i suoi vestiti sono stati sequestrati per l'analisi. Tra alcuni giorni arriveranno i risultati. L'inchiesta deve determinare la natura della relazione tra il produttore e l'attrice.
La donna evoca «relazioni sotto costrizione» legate al rapporto di sudditanza professionale con il produttore. L'avvocato di Luc Besson ha assicurato di non conoscere i dettagli della relazione: «Sono sorpreso, le accuse non corrispondono all'uomo Besson che conosco».
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