«Autismo, la vaccinazione non c'entra»

Bimbi ammalati dopo l'iniezione. La Procura: «Nessun legame con la profilassi»

Bepi Castellaneta

Bari Non c'è nessuna correlazione tra autismo e somministrazione del vaccino pediatrico trivalente non obbligatorio contro morbillo, parotite e rosolia (Mpr). Lo sostiene la procura di Trani, che sgombra il campo dai dubbi dopo la relazione degli esperti nominati nell'ambito di un'inchiesta aperta due anni fa. Adesso l'indagine prende la strada dell'archiviazione, ma è destinata comunque a rimanere un passaggio importante in un tema particolarmente delicato. Tanto più che dai consulenti partono stoccate non indifferenti a Organizzazione mondiale della Sanità, Acip (Advisory committee on immunization practices) e Aafp (American academy of family phisicians): nel mirino ci sono le linee guida «che non sembrano assolutamente adeguate - si legge nel dossier - per promuovere una corretta sicurezza vaccinale e per rispettare anche solo il principio di precauzione che dovrebbe invece essere un pilastro di ogni intervento sanitario».

Gli accertamenti sono scattati nel marzo di due anni fa in seguito alla denuncia dei genitori di due bambini affetti da autismo, che oggi hanno 14 e 9 anni. Tra i documenti sottoposti all'esame della magistratura c'è anche la consulenza di un medico della polizia, Massimo Montinari, il quale ritiene che entrambi si siano ammalati dopo la somministrazione del vaccino. Il sostituto procuratore Michele Ruggiero ha aperto un fascicolo ipotizzando a carico di ignoti il reato di lesioni personali gravissime e ha nominato una commissione medica, di cui ha fatto parte il direttore del dipartimento della malattie infettive dell'Istituto superiore della sanità, Giovanni Rezza. Il verdetto non lascia spazio a dubbi: secondo gli esperti non c'è alcuna relazione tra Mpr e autismo. Tuttavia, i consulenti precisano che prima di eseguire le vaccinazioni «sembra razionale eseguire alcuni esami ematochimici nei soggetti a rischio e, in particolare, nei bambini piccoli» in modo da raccogliere «qualche elemento in più» per verificare se siano «nella condizione di sopportare lo stress immunitario delle vaccinazioni senza rischi per la salute». Proprio su questo punto, però, non ci sarebbe una visione comune. «Sono stato sempre contrario ai test vaccinali perché non esistono», afferma chiaro e tondo Rezza. Un concetto ribadito dal presidente dell'Istituto superiore della sanità, Walter Ricciardi: «Non c'è alcun test del sangue da fare prima delle vaccinazioni per indicare il rischio di eventuali effetti collaterali», dichiara.

Intanto, mentre il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si dice «felice che la Procura di Trani abbia preso atto di ciò che la comunità scientifica internazionale ripete da anni», vengono messe in discussione le linee

guida per i vaccini. «L'Oms scrivono i consulenti dimentica per esempio di consigliare una attenta e dettagliata raccolta anamnestica delle condizioni fisiologiche e patologiche del bambino, ma anche dei suoi familiari».

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