«Un'auto della Polizia in panne che viene fatta partire con i cavetti? Beh, fa notizia perché è davanti a Palazzo Chigi, ma per noi che in strada andiamo ogni giorno è quasi la normalità, sapesse quante volte è capitato, una volta ci hanno spinto persino dei nomadi cui avevamo appena fatto una contravvenzione. E pure al G8 di Genova siamo rimasti in panne. Certo, coi mezzi che abbiamo...».Patrizia Bolognani fa la poliziotta da quasi 30 anni. È assistente capo al reparto prevenzione crimine, che tradotto vuol dire che è un agente esperto, di quelli che con la sua pattuglia accorre quando c'è un'emergenza. Ed è anche una sindacalista, della segreteria del Coisp, sindacato autonomo di Polizia, di Padova. Una sindacalista decisamente perplessa, perché di fronte a uno stato di allerta cresciuto dopo i fatti di Parigi di venerdì sera per gli agenti, per chi va in strada a contrastare oltre scippi e rapine anche un allarme terrorismo sempre più alto, nulla è cambiato, se non la consapevolezza che i rischi sono ancora maggiori. «Devo ringraziare voi giornalisti - ironizza - per avere notificato a noi poliziotti che l'allerta è stato elevato a livello 2. Noi l'abbiamo appreso da tv e stampa. Siamo tagliati fuori da qualunque comunicazione ma poi siamo noi che ci lasciamo le penne». Ma come, l'allerta 2 non comporta prescrizioni rigide, più mezzi? «Come no - ride - ci hanno detto di fare più attenzione».
E illustra lo stato di cose: «Noi - spiega la rappresentante del Coisp - siamo in auto senza blindature, abbiamo armi obsolete, che non possono essere usate in luoghi affollati perché i proiettili rimbalzano e si rischia di fare una strage, ci hanno persino tolto i giubbotti antiproiettile. È successo un anno fa. Avevamo i giubbotti da indossare sotto i vestiti, indispensabili per un intervento celere d'emergenza. Non erano sufficienti per tutti, mancavano i fondi e quindi ce li hanno fatti restituire. I giubbotti che abbiamo adesso sono esterni, ci vuol tempo per indossarli. Immagina dire al terrorista: Fermo un attimo, non sparare che devo mettere il giubbotto?. Ma via, non scherziamo. Fatti come quelli di Parigi sarebbero ingestibili coi nostri mezzi».Ci sono altri due buchi neri che il sindacato segnala: la mancanza di coordinamento con le altre forze dell'ordine e il deficit di addestramento: «Gli agenti - dice - comunicano al telefono, attraverso le rispettive sale operative, sarebbe fondamentale una centrale unica. E poi le simulazioni. Non se ne fanno mai, come è possibile essere preparati se non ci sono piani e se un poliziotto di pattuglia va al poligono tre volte l'anno?». Non c'è da stare allegri, tra allarme terrorismo e Giubileo.
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