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Autonomia, il Pd boicotta la riforma

I presidenti dem contro il progetto Calderoli. Al Sud si sfilano Bardi e Occhiuto

Autonomia, il Pd boicotta la riforma

I governatori Pd imbracciano le «armi» della resistenza contro la bozza di legge sull'autonomia differenziata presentata ieri in Conferenza Stato-Regioni dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli. Ma il Pd resta isolato nella guerra del Sud contro Nord. I governatori di Calabria e Basilicata Roberto Occhiuto e Vito Bardi si sfilano dalla battaglia portata avanti dai colleghi dem e aprono al confronto. La proposta di legge del ministro leghista è contenuta nei 7 articoli del disegno di legge. La prima parte riguarda la procedura per il riconoscimento di forme più ampie di autonomia in alcune materie alle Regioni: l'iter passa attraverso uno schema di intesa governo-Regione che deve ottenere l'ok del Consiglio dei ministri. Poi il progetto di legge Calderoli passa all'esame degli ambiti di autonomia: sanità, ambiente, trasporti dove si possono recuperare maggiori risorse e poteri per le Regioni. L'articolo 4 è il vero terreno di scontro. Calderoli non cambia idea e nell'attribuzione delle risorse dallo Stato centrale alle Regioni conferma il criterio della spesa storica. I governatori del Sud chiedono di modificare questa norma, inserendo il criterio del fabbisogno. Si tratta in ogni caso di una bozza. In sintesi tre i punti cardine: la spesa storica, per il trasferimento dei fondi, maggiore autonomia su ambiente, sanità e trasporti e iter legislativo in uno schema Regioni-esecutivo.

Una bozza che fa impazzire il Pd che grida al pericolo democratico: «La proposta non consente al Parlamento di incidere sull'intesa. La bozza Calderoli, violando la Costituzione, dice che se una Regione e il Governo fanno un'intesa su competenze e finanziamenti il Parlamento non può mettere bocca ma può solo dire sì o no, come se fosse un trattato internazionale» - attacca il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Al Sud da registrare la posizione del presidente della Calabria Roberto Occhiuto che spiega: «Non ho alcun pregiudizio ideologico nei confronti dell'autonomia differenziata. La mia Regione, ad esempio, produce molta più energia di quella che consuma ma i miei cittadini pagano le bollette come quelli del Veneto. Ci sono materie che possono essere oggetto di autonomia differenziata e creare potenzialmente ricchezza anche nelle regioni del Sud». Occhiuto fissa un paletto: È utile che si archivi l'ingiusto criterio della spesa storica per finanziare questi diritti, ma che si faccia funzionare la perequazione. Per questo noi siamo disponibili a realizzare una legge che dia attuazione agli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione, ma non vogliamo nessuna fuga in avanti soltanto per una parte della legge, vale a dire per quella che riguarda l'autonomia differenziata». Il ministro Calderoli rassicura: «Non c'è una spaccatura tra Nord e Sud ma una paura delle Regioni del Sud che qualcuno se ne avvantaggi a svantaggio loro. Io mi auguro che tutti possano trarre un vantaggio da questa riforma». Idea condivisa anche dal governatore della Liguria Giovanni Toti: È un' occasione per le Regioni del Sud. Ma il presidente della Campania De Luca non molla e prepara un documento da far votare a tutti i consiglieri regionali contro il governo.

Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, al timone della Conferenza Stato-Regioni, è ottimista: «La legge sarà approvata entro il 2023».

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