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Bancarotta, a processo il figlio di De Luca

Rinvio a giudizio per Piero De Luca che corre per una candidatura blindata alla Camera per il Pd. La sua difesa: "Contestazioni inverosimili e strumentali"

Bancarotta, a processo il figlio di De Luca

Crac dell’immobiliare Ifil, rinviato a giudizio Piero De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo. Ieri è arrivata la decisione del giudice per l’udienza preliminare Sergio De Luca del tribunale di Salerno che ha disposto per il 29 maggio prossimo l’inizio del processo che vede imputate anche altre sei persone mentre altri due indagati hanno scelto di patteggiare.

Il coinvolgimento di De Luca junior nei fatti al centro del procedimento sarebbe legato al pagamento di diversi biglietti aerei per svariate migliaia di euro di cui avrebbe usufruito lui ma che sarebbero stati comprati con i soldi della società salernitana Ifil.

Il diretto interessato, però, contesta la ricostruzione dell’accusa. E all’Ansa, Piero De Luca ha spiegato che: “In sede di dibattimento avremo finalmente la possibilità di dimostrare in modo sereno, obiettivo e trasparente l'assoluta infondatezza di una contestazione strumentale e inverosimile. Sono profondamente sereno e ho enorme fiducia nel lavoro dei magistrati”.

La decisione della magistratura arriva in un momento decisivo per la carriera politica del figlio primogenito del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Dopo aver coordinato i comitati territoriali per il Sì al Referendum di dicembre, è (tuttora) in predicato per una candidatura blindata alla Camera dei Deputati nel Pd, in quota Renzi.

Proprio nelle scorse settimane la possibilità di una candidatura al parlamento per il figlio dell'ex sindaco di Salerno è stata al centro di roventi polemiche all’interno dei democrat.

Perché, stando alle indiscrezioni riportate tra gli altri da Repubblica, questa sarebbe stata frutto di un accordo tra l’ex premier e Vincenzo De Luca per far sì che questi decidesse di sostenerlo e di non unirsi alla fronda interna poi sfociata, da un lato, nella scissione Pd, e dall’altro nella scelta del governatore della Puglia Michele Emiliano di presentarsi al congresso a segretario del Partito democratico.

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