Banche, il Tesoro studia la tassa sul riacquisto di azioni proprie

Ne sarebbero colpiti gli istituti più grandi e con capitale in eccesso. Salvini: "Hanno guadagnato 46 miliardi, adesso diano un aiuto"

Banche, il Tesoro studia la tassa sul riacquisto di azioni proprie
00:00 00:00

Dal "pizzicotto" alla banche profilato dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si è subito capito che in vista della nuova manovra di bilancio si sta pensando a recuperare un po' di risorse da un settore che tuttora è in grande salute. In tal senso, l'ultima idea che sta circolando nei saloni del ministero dell'Economia sarebbe relativa all'introduzione di un meccanismo di tassazione dei buy-back, ovvero delle campagne di riacquisto di azioni proprie che gli istituti lanciano per sostenere al rialzo il valore del proprio titolo di Borsa. In poche parole, una forma alternativa di remunerazione degli azionisti rispetto ai tradizionali dividendi.

Non sarebbe, quindi, il già battuto meccanismo di posticipare il godimento di crediti d'imposta (le cosiddette Dta) in un arco di tempo più lungo - con l'effetto di far pagare agli istituti in anticipo tasse altrimenti dovute in futuro - ma una nuova soluzione che avrebbe il merito di impattare solo gli istituti più grandi e capitalizzati, dal momento che chi fa campagne di riacquisto di azioni proprie solitamente ha capitale in eccesso da rendere agli azionisti. La più colpita, in tal senso, sarebbe l'Unicredit di Andrea Orcel, l'istituto italiano più dinamico sul fronte dei profitti (6,1 miliardi solo nei primi sei mesi di quest'anno) e con in corso generose campagne di buyback: per esempio, a valere sull'esercizio 2024 Piazza Gae Aulenti ha messo in cantiere un piano del valore di oltre 3,5 miliardi. Tra gli istituti più potenzialmente impattati - anche se non si sa in che misura, visto che non sono ancora emersi i dettagli - c'è sicuramente anche Intesa Sanpaolo, la prima in Italia per attivi. L'istituto guidato da Carlo Messina, infatti, nel corso di quest'anno ha avviato un buyback per azioni fino a un controvalore massimo di 2 miliardi. Tra le banche con campagne di buy-back attive c'è anche Mediobanca, che anche nell'ottica di una difesa dalla scalata in corso da Mps ha chiesto l'autorizzazione per avviare una terza tranche di riacquisti di azioni da 400 milioni.

Nell'ambito delle forze di maggioranza non c'è una visione unanime sui contributi che dovrebbero dare le banche alla manovra, per esempio Forza Italia è contraria a un contributo bis e aveva già accettato obtorto collo la misura approvata nella scorsa legge di bilancio che, in sostanza, era consistita in un differimento del godimento di crediti d'imposta a dopo il 2027 liberando risorse aggiuntive per il governo intorno ai 3,5 miliardi. La Lega è a favore, con il vicepremier Matteo Salvini all'attacco: "Dei soggetti economici che, lo scorso anno, hanno guadagnato 46 miliardi di euro, un contributo alla crescita del Paese e alle famiglie lo possono dare". Più sfumata la posizione di Fratelli d'Italia, con il deputato e presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato che ha parlato di soluzione da trovare d'"intesa con le banche".

Nel frattempo, questo è il ragionamento che si fa nel fronte pro-tasse bancarie, gli istituti di credito hanno continuato a macinare profitti anche grazie al miglioramento del rating sui titoli di Stato italiani, al ritrovato appeal del Paese e in parte anche dalla grande massa di crediti edilizi che gli istituti hanno acquistato a prezzi vantaggiosi.

Per alcuni quindi non sarebbe un delitto chiedere un ulteriore contributo per riuscire a trovare risorse per tagliare le tasse al ceto medio (costo 4 miliardi), misura su cui lavora il vice ministro all'Economia Maurizio Leo, o lo stop dell'adeguamento dell'età pensionabile (3 miliardi).

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica