Economia

Banchieri e Bankitalia da Padoan contro lo spettro del "lunedì nero"

Oggi supervertice al ministero. Sul tavolo anche il caso Siena

Banchieri e Bankitalia da Padoan contro lo spettro del "lunedì nero"

Roma. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si è intestato la regia del dossier «crisi bancarie» e ha convocato per questa mattina un vertice al Tesoro con il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, i top manager di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi Banca e i rappresentanti dell'Associazione bancaria italiana, Acri (Fondazioni bancarie) e Fondo Atlante. La lista degli «ospiti» fa pensare che saranno due i temi principali dell'incontro: la soluzione definitiva per Monte dei Paschi di Siena e quella degli istituti nate dalle ceneri di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti.

Per quanto riguarda l'istituto senese, le problematiche principali riguardano l'esecuzione dell'aumento di capitale da 5 miliardi e la cessione dei 27 miliardi di sofferenze lorde. Finora le indicazioni emerse da parte del nuovo amministratore delegato di Rocca Salimbeni, Marco Morelli, punterebbero su una correzione parziale della rotta tracciata dal predecessore Fabrizio Viola. La ricapitalizzazione prevedrebbe anche la conversione parziale di bond subordinati, mentre la cessione degli Npl non sarebbe effettuata in blocco al Fondo Atlante, ma coinvolgendo anche altri operatori. Sul tavolo del manager sono giunte offerte non vincolanti offerte non vincolanti per gestire 8,6 miliardi di euro di crediti deteriorati da parte di Cerved e Kkr-Varde.

Analoghe riflessioni potrebbero essere effettuate sulle quattro good banks per tre delle quali sono giunte offerte da Ubi Banca. La cifra sarebbe inferiore rispetto agli 1,8 miliardi iniettati dal sistema bancario nelle quattro nuove entità (e che alcuni istituti hanno già iniziato a recuperare aumentando i costi dei conti correnti). Anche per questo motivo la scadenza della procedura, prorogata al 30 settembre scorso dal 30 aprile, è stata fatta nuovamente slittare. La Bce, infatti, vorrebbe che alle cessioni si unisse un ulteriore sforzo di ripatrimonializzazione (un aumento di capitale da 600 milioni di euro). Una circostanza che ha gettato non pochi dubbio sul mercato circa la convenienza di una simile acquisizione.

Non sfugge, infine, la tempistica della convocazione che coincide con quello che in Borsa potrebbe configurarsi come un nuovo lunedì nero per i timori connessi alla sopravvivenza di Deutsche Bank, messa alle strette dalle Authority Usa che le hanno comminato una multa da 14 miliardi. E soprattutto dalla fuga in massa degli hedge fund che ne hanno determinato un crollo delle quotazioni ai minimi degli anni '80. Le esposizioni in derivati dell'istituto tedesco (50mila miliardi di dollari) hanno suscitato notevoli dubbi sulla liquidità che comunque ammonta a 215 miliardi di euro. Ora se lo Stato tedesco fosse costretto a intervenire, oltre alla drammatica figura sul mercato internazionale, scatterebbe il bail-in. Il taglio di azioni, obbligazioni e conti correnti potrebbe essere evitato vista la natura sistemica della banca. E sotto sotto questo messaggio lo vuole lanciare pure Padoan al mercato e alle banche italiane: nessuno sarà lasciato da solo soprattutto se la Germania non rispettasse le regole che ha contribuito a stabilire.

Non escluso, infine, che si parli di ripartenza del mercato delle sofferenze (oltre 200 miliardi in Italia) che pesano sulle valutazioni degli istituti di credito italiani.

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