Barack Obama, l'ipocrisia non dà esempio

Raramente capita di vedere nella rassegna stampa una beatificazione in vita come quella che è toccata all'ex presidente Usa Barack Obama dopo la sua due giorni a Milano

Barack Obama, l'ipocrisia non dà esempio

Forse c'era da aspettarselo, ma la cosa è andata ben al di là di qualunque più grottesca aspettativa. Perché raramente capita di vedere nella rassegna stampa una beatificazione in vita come quella che è toccata all'ex presidente Usa Barack Obama dopo la sua due giorni a Milano. Titoloni dovunque e a pagina tre del Corriere della Sera (quella nobile) addirittura l'investitura planetaria. «Così si sta candidando (idealmente) a presidente del mondo». Mica roba da poco. Questa è l'Italia che affoga nel suo provincialismo. Un Paese nel quale non riusciamo a votare per eleggere un premier e anzi nemmeno riusciamo a scegliere una legge elettorale, ma ci eccitiamo di bestia a immaginare un premier universale. Meglio se è un papa nero.

Son bastati soli due giorni in cui president Obama ha parlato di tanto senza dire proprio nulla, per affidargli le redini del mondo. Sarà per quel suo portamento elegante o per quell'essere così terribilmente politically correct dopo essere diventato il primo presidente nero d'America, fatto sta che sui nostri giornali è scoppiata l'obamamania. E fa niente se il buon Barack è arrivato qui da noi a parlare di ambiente da migliorare su un aereo privato super inquinante, invece di prendere un ben più ecologico posto su un aereo di linea. Utilizzando poi suv blindati che consumano l'ira di dio. Questioni di sicurezza, obietterà qualcuno. Sarà anche vero, ma per dare una svolta servono esempi forti come hanno dimostrato premier o sindaci perlopiù del nord Europa sorpresi a viaggiare sulla metro o in bicicletta.

E che dire del lussuosissimo Park Hyatt riservato nel centro più centro di Milano, inevitabilmente bloccato dai suoi spostamenti e dove la sua suite sembra costare 8mila euro a notte, più i piani interi per chi lo accompagnava. Non sarebbe stato certo meno sicuro e di certo più amico del clima (e delle emissioni) un normale albergo in periferia, magari vicino a quella Fiera di Rho-Pero dove ha tenuto la su conferenza da 850 euro a biglietto (con peraltro parecchi posti vuoti) e, si dice, 400mila euro di cachet. È l'ex presidente degli Stati uniti. È vero, ma ha detto ben poco. Tanto che nei titoli del giorno dopo le sua affermazioni più forti sono state che «Esordisce con Buon pomeriggio», «Tornerò presto», «Ridurre le emissioni» e la voglia di «educare giovani leader» facendosi aiutare da Matteo Renzi.

Un giovane leader che per il momento si è schiantato contro un muro. Poi alle 17 i saluti perché, ha spiegato, doveva partiva per andare a cenare «con la mia famiglia». Perché, diceva Sordi nel marchese Del Grillo, «io so' io e voi nun siete un ...».

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