"Basta attaccare la Chiesa". Forza Italia molla Salvini

Dura presa di posizione degli azzurri contro il leader della Lega: "Intemerate populiste"

"Basta attaccare la Chiesa". Forza Italia molla Salvini

Roma - Al terzo giorno, mentre Matteo Salvini alza il tiro e lancia proposte rumorose come petardi per riempire il silenzio politico ferragostano, Forza Italia scarica il capo della Lega. E prende le distanze non solo dagli attacchi salviniani alle gerarchie cattoliche sull'immigrazione, ma anche dalle proposte «populiste» come il «blocco» dell'Italia per «cacciare Renzi». Perché, dice il governatore della Liguria Giovanni Toti, «il paese ha bisogno di più crescita e occupazione, non di scioperi e serrate».

Salvini e Galantino, il segretario della Cei, continuano il battibecco: se il monsignore annuncia una lectio magistralis (invitato dalla Fondazione De Gasperi di Trento) nella quale condanna il populismo di «chi cerca voti sulla pelle degli altri», il leader leghista gli replica via Twitter, rievocando i moniti del cardinal Biffi contro l'immigrazione incontrollata: «Altro che Galantino, questa era gente seria».

L'aspro attacco leghista alle posizioni della Chiesa sull'immigrazione aveva già suscitato il malumore dell'ala cattolica di Forza Italia. Ma ieri a dare la linea, bacchettando severamente Salvini e le sue intemerate, è stato un dirigente autorevole e notoriamente laico come il capogruppo al Senato Paolo Romani: «Quella di Salvini è una posizione populista buona per conquistare facili consensi ma non a dare risposte politiche», dice intervistato dal Fatto . Il capo del Carroccio «dà voce alla pancia del paese», ma fornisce «risposte sbagliate» e «parla per slogan, come Grillo». Una bocciatura senza appello, in nome di una politica che, più che a lucrare voti, deve puntare a «trovare soluzioni» ai problemi.

A difesa dei vescovi interviene da Forza Italia Mariastella Gelmini, secondo la quale «la Chiesa parla un linguaggio universale e si occupa di risvegliare le coscienze; credo quindi che debba rimanere su un piano diverso rispetto al dibattito politico». La critiche sulla gestione del fenomeno immigrazione, dunque, «non vanno mosse alla Chiesa ma al governo». Sulla stessa linea anche Rocco Palese: «Non è sicuramente con le polemiche e gli attacchi sconsiderati di questi giorni alla Chiesa che si affronta e si risolve il problema».

Ma gli esponenti berlusconiani tracciano una netta linea di demarcazione rispetto alle posizioni del Carroccio anche sul fronte, tutto politico, della «spallata» al governo: l'idea salviniana della «serrata» di tre giorni viene bocciata dagli azzurri non solo nel merito («Altro che blocco, l'Italia deve correre. La proposta di Salvini è un'idea impossibile. Non si blocca quello che è già fermo», scrive il Mattinale , vicino a Renato Brunetta) ma anche nel metodo. A Forza Italia non vanno giù le «fughe in avanti» del tutto «unilaterali» del potenziale alleato leghista, e il suo tentativo di imporre la linea al centrodestra: «Se ci dovessimo alleare - promette Salvini - programma, parole e musica sarebbero nostri».

Posizione indigeribile per Fi: per questo Toti ricorda al leader leghista che, invece che proporre fantomatici scioperi generali, «sarebbe più utile concordare una strategia comune tra tutte le opposizioni per vincere le prossime elezioni».

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