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Le battaglie della Bonino Un seggio a ogni costo

Le battaglie della Bonino Un seggio a ogni costo

Dalla liquefazione di Scelta civica (il partito di Monti, disperso) ad una nuova lista, Forza Europa. Dalle battaglie etiche ad un probabile seggio parlamentare, invece, per Emma Bonino. La leader radicale guiderà la nuova formazione (tra pochi giorni la presentazione ufficiale del simbolo che correrà alle Politiche 2018) che mette insieme ex montiani e radicali, e punta ad allearsi - ma preferiscono usare il termine «apparentamento» - con il Pd di Matteo Renzi. Un abboccamento c'è già stato, all'ultima direzione del partito democratico una delegazione di Forza Europa composta dal sottosegretario Benedetto Della Vedova (ex radicale eletto con Scelta civica), dal segretario nazionale dei Radicali Italiani Riccardo Magi, e appunto da Emma Bonino, ha incontrato l'ex premier. Un colloquio chiesto da Renzi alla Bonino, non viceversa, con il segretario Pd impegnato ad allargare il campo del centrosinistra visto che la legge elettorale con cui si voterà premierà le coalizioni.

«È stato un primo incontro, abbiamo ascoltato le idee di Renzi sullo schieramento che intende costruire verso le prossime elezioni, non abbiamo neppure menzionato il tema dei collegi», assicura Della Vedova, presidente di Forza Europa - abbiamo parlato di leggi non di seggi». Tra quelle che più stanno a cuore ad entrambi, il testamento biologico e lo ius soli, una «norma di civiltà» secondo la Bonino. Che è su posizioni inconciliabili col centrodestra su questo tema (la Bonino è membro della Fondazione Open Society del finanziere George Soros, un nome spesso evocato soprattutto da Salvini e Meloni per attaccare gli interessi dietro le migrazioni di massa).

Non avranno parlato di candidature e seggi, ma il tema è sul tavolo. La lista europeista della Bonino punta, nei calcoli dei suoi fondatori, a riprendersi una parte del bacino di voti che andò a Mario Monti nel 2013 (Scelta civica prese il 10%) e poi l'elettorato radicale, più qualche deluso da Pd o ex berlusconiani (il programma della lista ruota attorno all'europeismo, il rigore sui conti pubblici, la difesa della legge Fornero, e poi le battaglie radicali). Queste le ambizioni, poi però servono i numeri. E se la candidatura della Bonino è ancora da decidere - così almeno sostengono -, in realtà l'unica che può trainare voti è proprio l'ex ministro ed ex commissaria europea. Negli ultimi sondaggi sulla popolarità dei leader la Bonino, che pure non ricopre alcun ruolo politico attualmente, è ai primissimi posti (il Newsweek l'ha inserita nella lista delle «150 donne che muovono il mondo»). Una corsa solitaria del partito della Bonino però rischia di scontrarsi con una soglia del 3%, non così scontata per una lista appena arrivata. Alcuni retroscena la proiettano come leader di una lista civica nazionale insieme a Pisapia, Calenda e ai sindaci civici di centrosinistra. Più credibile una coalizione col Pd.

Per la Bonino potrebbe valere il ritorno in Parlamento, dopo cinque anni.

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