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La Bce ci manda a picco: non spetta a noi salvarvi Crollo record a Milano

Lagarde non taglia i tassi e propone un lieve aumento della liquidità. Piazza Affari -16,9%

La Bce ci manda a picco: non spetta a noi salvarvi Crollo record a Milano

Appena un'aspirina contro il febbrone economico da coronavirus. La Bce mette in campo una cura omeopatica di dubbia efficacia, volta le spalle ai Paesi in difficoltà e si prende in faccia la reazione brutale di ieri dei mercati, travolti da un'ennesima ondata di vendite costate solo a Piazza Affari un terrificante -16,62% che ha polverizzato 84,3 miliardi di capitalizzazione nella peggior seduta della storia, e all'intera Europa un avvitamento dell'11,3% capace di bruciare 825 miliardi.

Un'ecatombe: col timbro dell'Eurotower, con il concorso di colpa di Donald Trump dopo la decisione di stoppare i voli dal Vecchio continente che ha finito per travolgere anche Wall Street (-8,5% a un'ora dalla chiusura) malgrado la Fed abbia imbracciato il bazooka mettendo in campo 1.500 miliardi di dollari di liquidità aggiuntiva.

Chiamata a dar prova di saper governare l'emergenza, Christine Lagarde ha rivelato ieri tutti i propri limiti, non riuscendo a superare quello che sta diventando il suo peccato, originale e capitale, riassumibile in questa frase: «Non intendo passare alla storia per un whatever it takes due». Ovvero, nessuna rispolverata alla furia emergenziale usata da Mario Draghi nell'ora più buia dell'euro. Eppure, una tempesta perfetta scuote il mondo. Ma lei è diversa: chiama a raccolta governi e istituzioni europei, sollecitati a mettere insieme «azioni fiscali forti e concordate» in quanto è l'unico modo per «affrontare questo grande choc per le prospettive di crescita», li rimprovera di aver messo sul tavolo «solo 27 miliardi». Posizione inattaccabile, stante l'inerzia di Bruxelles. Poi, però, razzola male. Mantiene i tassi invariati nonostante le aspettative di un taglio sulla scia di quanto già fatto da Fed e Bank of England, e gonfia di appena poco più di 10 miliardi di euro al mese il piano di acquisto titoli, attualmente a quota 20 miliardi, tramite altri 120 miliardi da spalmare da qui a fine anno. Aiuti mirati ai mercati più in affanno, tipo l'Italia? Macché: lo shopping sarà ancora ripartito sulla base delle quote che i singoli Paesi membri hanno nel capitale della Bce. Forse saranno ammessi scantonamenti temporanei, ma guai a toccare le regole. Chiaro: con i falchi che si ritrova in casa, convinta com'è che i 120 miliardi aggiuntivi di quantitative easing siano la risposta «più efficace», la Lagarde non intende fare la crocerossina. Così, razzola ancor più male: «Saremo pronti a usare tutta la liquidità, ma non siamo qui per colmare gli spread». Parole in libertà che castrano ogni possibilità di intervento e rottamano di fatto l'Omt, il piano anti-speculazione (finora mai usato) con cui la banca centrale può acquistare, all'atto del collocamento, titoli di Stato in cambio dell'impegno preciso di chi ne fa richiesta a cedere parte della sovranità.

«L'Italia, con le sue banche, le sue imprese, i suoi cittadini, beneficerà pienamente di tutti gli strumenti» messi in campo dalla Bce, ha garantito l'ex numero uno dell'Fmi. Resta da vedere come. La seconda parte del pacchetto di aiuti fa leva infatti sul sistema bancario, introducendo nuove aste a lungo termine (Ltro) con interessi pari alla media del tasso sui depositi (oggi al -0,50%) . L'intento è quello di invogliare gli istituti a ottenere liquidità in cambio di una remunerazione. Il problema, fanno notare gli analisti, è che le banche sono già piene di liquidità e, semmai, devono fronteggiare un rallentamento dell'attività che potrebbe indurle a non rivolgersi alla Bce per evitare un aumento delle sofferenze.

Ma, almeno questo, la Lagarde doveva saperlo.

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