«Il Belgio rischia un attentato il 15»

Autorità preoccupate da un messaggio su Facebook Cinture esplosive nel covo di Abdeslam a Bruxelles

Luigi GuelpaIl Belgio rischia uno spaventoso attentato il prossimo 15 gennaio, parola della jihad. Tutto nasce da un post su Facebook dove un belga di origini maghrebine minacciava di morte un poliziotto di Liegi, da ieri posto sotto protezione, promettendo anche di «distruggere il Belgio». Il presunto terrorista parlava a nome di Tarik Jadaoun, partito per la Siria nel 2014, rientrato qualche mese dopo e ucciso il 15 gennaio 2015 nel corso di un blitz della polizia belga a Verviers. Mancano pochi giorni al primo anniversario della scoperta, e annientamento, della cellula terroristica. I timori di un attentato sono stati esternati dalla procura della capitale belga dopo un'informativa redatta dal locale coordinamento antiterrorismo, l'Ocam. Ed è qui che entra in gioco il maghrebino amico di Tarik Jadaoun, ribattezzato da combattente Abou Hamza Al Belgiki. Jadaoun fu uno dei due terroristi, l'altro era Redouane Hagaoui, ucciso a Verviers. Tra i poliziotti che parteciparono al blitz c'era anche l'agente di Liegi. È inquietante constatare come gli uomini del Califfato siano arrivati direttamente a lui con una facilità disarmante, minacciandolo persino sul social network. Il procuratore federale Frederic Van Leeuv è apparso piuttosto allarmato: «Abbiamo elementi importanti che ci portano a ritenere probabile un attacco il 15 gennaio. Sappiamo purtroppo che contro di noi c'è un vero esercito. Non si tratta più di alcuni elementi isolati. È peggio di Al Qaida. Il Belgio deve imparare convivere con questo nemico». Alla luce dell'ammonimento di Van Leeuv, l'Ocam ha deciso di mantenere a livello 3 (su una scala di 4) lo stato di allerta nel Paese. Provvedimento che però stride con quanto accaduto in mattinata al tribunale di Mons, dove è stato liberato il 40enne Tahar Zuhayr, predicatore islamico accusato di essere un reclutatore e un dirigente dell'Isis. L'uomo, in attesa di sentenza, rischia 15 anni di prigione per aver radicalizzato moltissimi giovani riuscendo a mandarne tre in Siria. Secondo indiscrezioni dei media di Mons, Tahar sarebbe in contatto con Salah Abdeslam, il ricercato numero uno per le stragi di Parigi.

E proprio in un appartamento in rue Henri Bergé, nel quartiere Schaerbeek di Bruxelles, la polizia belga ha rinvenuto durante una perquisizione del 10 dicembre scorso tre cinture esplosive, tracce di esplosivo e le impronte digitali del principale sospettato dei terribili fatti del 13 novembre.

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