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Bellanova finisce nei guai per colpa della "lobby del polpo"

Firmato un decreto per aumentare le trappole, di plastica o pvc, in mare: "Rischia di creare danni irreparabili all'ambiente"

Bellanova finisce nei guai per colpa della "lobby del polpo"

Il compito di Teresa Bellanova è arduo: trovare una sintesi comune, efficace ed efficiente tra il rispetto della risorsa marina, la difficoltà dei pescatori e i profitti delle imprese. Già considerato non proprio un alleato degli ambientalisti, il ministro dell'Agricoltura in precedenza aveva tentato di ricucire i rapporti con l'ambiente verde mediante il fermo pesca e la proroga delle norme a tutela delle oloturie. Ma la renziana ora è finita nuovamente al centro di una polemica: questa volta la "colpa" è da attribuire ai polpi. Un cibo che sicuramente piace e ha avuto occasione di degustare più volte, ma che le è costata l'apertura di un nuovo fronte. Alla base del malcontento c'è un decreto firmato nel mese di dicembre che quintuplica il numero massimo di trappole (in materiale plastico o pvc) che ogni imbarcazione autorizzata all'esercizio professionale della pesca può detenere a bordo.

Come abbiamo visto con i casi Tap e Ilva, ambiente e posti di lavoro spesso non vanno d'accordo. Italia Viva aveva strizzato l'occhio agli ecologisti minacciando una crisi di governo qualora non fosse stata abolita o rivista la plastic tax. E anche in questo caso, proprio la plastica rappresenta un protagonista piuttosto scomodo.

"L'ambiente è a rischio"

Come riportato dall'edizione odierna de Il Fatto Quotidiano, la guardia costiera negli ultimi giorni starebbe segnalando i rischi legati alle nuove norme: pericolo di estinzione della specie soggetta a pesca intensiva. Anche il Parlamento è stata la sede in cui è sfociato il grido d'allarme, tramite un'interrogazione il cui primo firmatario è Antonio Saccone dell'Udc: "Il decreto stravolge la regolamentazione di tale attività. Il numero massimo di trappole è stato portato dai 250 previsti dalla norma precedente a 1.250. In questo modo il numero di trappole depositabile sul fondo marino viene aumentato in modo esponenziale, rischiando di creare danni irreparabili all'ambiente".

A giudizio del senatore, il concreto pericolo è quello di impoverire gravemente la popolazione dei polpi con un parallelo aumento degli esemplari pescati. Inoltre si assisterebbe all'incremento della possibilità che "su detti dispositivi possano incagliarsi le reti utilizzate per le normali attività di pesca che, oltre ad essere danneggiate, potrebbero disperdere su un fondo marino già fin troppo inquinato le trappole in plastica o pvc".

L'auspicio esplicitato è che la Bellanova ci ripensi. Invece, per chi fa affari col polpo, quale potrebbe essere una migliore manna?

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