Roma - Onorevole Alessandro Cattaneo, lei porta avanti da anni una battaglia per le primarie da parte di Forza Italia. Come vive questa nuova fase?
«Devo dare atto al presidente Berlusconi di avere ancora una volta capito il momento e intuito la strada da percorrere per rilanciare Forza Italia. Sono contento che finalmente parta un processo di legittimazione dal basso, di coinvolgimento dei territori e delle migliori risorse. Questo significa coraggio e ambizione di allargare il perimetro senza rinchiudersi nella logica del meno siamo, meglio stiamo».
Lei ha sposato le primarie fin dal 2012.
«Sì, ho fatto battaglie fortissime come sindaco più giovane d'Italia orgogliosamente azzurro, ho appoggiato le primarie dove sono state fatte, anche in città importanti, con un po' di sana follia giovanile. Ma le mie battaglie le ho fatte sempre in buona fede e con attaccamento alla maglia che è stata sempre e soltanto quella di Forza Italia».
Quale modello di consultazione consiglia di adottare?
«Partiamo dal presupposto che le primarie non sono la soluzione di tutti i mali. Serve un modello innovativo che davvero riesca ad avvicinare tutti, a favorire il dialogo con i movimenti di opinione. L'importante è che chi guiderà Forza Italia insieme a Berlusconi abbia una legittimazione dal basso. Lo stesso vale per chi avrà responsabilità sul territorio».
Non le sembra un po' innaturale per Forza Italia ritrovarsi a parlare di regole per primarie e congressi?
«La buona notizia è che si è attivato un percorso e c'è un vasto elettorato a cui rivolgerci. Fino al 13 luglio si svilupperà il lavoro di questa cabina di regia. Ma subito dopo dovremo parlare della nostra identità, tornare a farci riconoscere come il partito di riferimento per la classe media, il partito che difende il risparmio, che chiede infrastrutture, ha ricette economiche credibili e contrappone il valore di aver studiato e lavorato alla narrazione perversa della politica riservata a chi nella vita non ha combinato niente».
Cattaneo potrebbe candidarsi alla guida di Forza Italia?
«Lo vedremo dopo il 13 luglio. Ora è prematuro, ci sono tante potenzialità, tante figure che possono concorrere. L'importante è che non si riduca il tutto a uno schema troppo banale, Nord contro Sud, territorio contro centro, giovani contro vecchi, banalizzando il messaggio. Ci può essere uno scontro, ma tra idee e visioni».
Esiste il pericolo che le primarie possano generare una conflittualità eccessiva come avvenuto nel Pd?
«L'importante è non scivolare nel correntismo. Berlusconi giustamente non ha mai voluto le correnti. Teniamoci stretta la capacità di saper delegare al leader le decisioni più importanti».
Come può Forza Italia trovare un suo spazio in tempi di strapotere salviniano?
«Forse è la Lega stessa che può insegnarcelo.
Quando arrivò al 4% non rinunciò alla propria identità. Noi dobbiamo sposare i nostri temi forti e anche se più difficili da comunicare dobbiamo imporli nell'agenda. Se diventiamo troppo simili alla Lega allora anche i nostri elettori non potranno che votare l'originale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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