La mia omelia ideale è quella che non viene pronunciata. Che poi non è un sogno irrealizzabile: nelle messe feriali la predica è facoltativa e molti sacerdoti non la fanno anche se, per motivi a me incomprensibili, alcuni vescovi insistono nel raccomandarla. Ma siccome sono un cattolico molto normale, non troppo zelante, vado a messa soltanto la domenica e l'omelia me la devo sciroppare sempre. E allora l'esortazione di Papa Francesco alla brevità non può che farmi piacere. Bergoglio è un gesuita e i gesuiti, gente pratica, di norma non sono prolissi. Lo scrittore Giorgio Montefoschi ha raccontato di scegliere per la sua devozione la chiesa del Gesù, nella piazza che per decenni significò Democrazia Cristiana, anche perché le prediche non vi durano più di sette minuti: «In sette minuti si può dire tutto». Il problema è che per dire tanto in poco tempo bisogna prepararsi prima, e i preti sono subissati di impegni. Quindi mi accontenterei di prediche brevi e parziali: anche cinque minuti, anche su un solo passo del Vangelo appena letto. Ricordiamoci che siamo seguaci di colui che disse: «Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno». Contorte e velleitarie omelie di mezz'ora che affrontano l'Antico e il Nuovo Testamento, il passato e il presente, la storia e la cronaca, rappresentano un varco nell'edificio liturgico così largo che possono entrarvi la noia, la distrazione, l'irritazione, e anche il demone dell'apostasia. «Quante volte vediamo che durante l'omelia c'è chi si addormenta» ha detto il Papa. E fin qui poco male. «Altri chiacchierano, o si esce a fumare una sigaretta». E questo è peggio, perché irrispettoso. Ma il peggio del peggio è uscire di chiesa per non tornarvi più.
Nelle città ci sono tante messe e si può cambiare prete mentre nei piccoli centri il sacerdote che risulta insopportabile, o perché prolisso o perché politicizzato (vorrei che il Papa affrontasse questo ancor più grave problema), può indurre i fedeli meno eroici ad abbandonare del tutto la pratica religiosa. Io come me la cavo? Dopo un po' comincio a pensare ai casi miei, talmente ingarbugliati che il prete può andare avanti un altro quarto d'ora senza che nemmeno me ne accorga.
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