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Beppe all'angolo Ora condanna anche lo ius soli

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Roma - Puntini e a capo. Beppe Grillo non accetta la riorganizzazione del Movimento chiesta da Davide Casaleggio e prova a ricompattare la base. Interviene sul suo blog e mette «I puntini sulle i». Riassume in tre punti, che potranno essere serenamente smentiti nei prossimi giorni. Punto uno: «Le regole del MoVimento si basano su nostri principi e non sono derogabili. Il limite dei due mandati è una di queste regole». Peccato di questo i Cinque Stelle discutano accanitamente da mesi. Ne aveva parlato nel marzo scorso Danilo Toninelli: «Mi capita di parlare con sindaci e consiglieri comunali che, al termine del primo mandato, anziché ricandidarsi e mettere a frutto l'esperienza maturata, indugiano nella speranza di poter poi correre per il Parlamento». E il giorno dopo la sconfitta alle amministrative anche Massimo Bugani è uscito allo scoperto: «Il doppio mandato? Un vincolo assolutamente limitante». Sulla stessa linea è sintonizzato Casaleggio. Che legge nella rinuncia a candidarsi di alcuni apprezzati amministratori, come l'ex sindaco di Mira, Alvise Maniero, una delle cause del crollo dell'11 giugno. «Perché non si sono ricandidati? Per non perdere la possibilità di correre per Camera o Senato».

Tutti d'accordo? Macché, Grillo sul blog impone la legge marziale. Scrive al punto due: «Chi pensa che le nostre regole fondanti siano inutili tabù è libero di pensarlo ed è anche libero di trovare un partito che lo candidi alle prossime elezioni». Ci risiamo: nella riorganizzazione pensata da Casaleggio anche le epurazioni devono essere più ponderate. «Con una maggiore selezione iniziale si eviterà di espellere dopo la gente», ragiona Davide, già al lavoro per scegliere i nuovi candidati. Un «tagliatore di teste» sta girando per le principali realtà italiane: si muove in incognito, annota, riferisce agli uffici di Milano. Casaleggio così fa una prima selezione dei candidati che verranno poi votati dalla rete. Anche di questo, per ora, la base non deve sapere nulla. Deve essere tenuta all'oscuro anche degli accordi post-elettorali. E qui arriva il terzo punto: «Il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze né con il Pd, né con la Lega, né con altri. Quando andremo al governo presenteremo al Parlamento i nostri punti di programma di governo». Programmi che potranno avere affinità con quelli della Lega. Tanto che il blog grillino annuncia che sulla cittadinanza agli stranieri, il cosiddetto ius soli, al Senato il M5s si asterrà. E a Palazzo Madama l'astensione equivale al voto contrario.

Questo insomma pensa Grillo, ma non lo dice.

Lo fa però Girolamo Pisano, deputato campano, intervistato dal Corriere della Sera: «Temo che diventeranno atti concreti. Ho già detto ai miei in Campania che tra un po' gli sarà chiesto di mettersi la cravatta verde della Lega. E io non la indosserò mai». Tre puntini sulle i, mille punti di scontro.

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