RomaSoltanto i Capi di Stato e di governo potranno oggi fermare (se ci riescono) l'uscita della Grecia dall'euro, pur confermando Atene nella Ue. L'Eurogruppo di ieri, iniziato male per lo scetticismo delle proposte elleniche, si è sviluppato peggio per le indiscrezioni che la Germania ha sapientemente fatto filtrare durante la riunione, proseguita fino a notte fonda. Wolfgang Schauble, ministro delle Finanze tedesco, ha bocciato la manovra da 12 miliardi di Atene. «Mancano i presupposti per un nuovo programma di aiuti basato su tre anni», è scritto in un documento del ministero di Berlino.
A fronte della manovra, la Grecia si aspettava un programma di aiuti per oltre 74 miliardi: 58 europei e 16 del Fondo monetario. Ma Atene vorrebbe introdurre le riforme promesse a partire dal prossimo ottobre ed oltre. Circostanza che ha peggiorato il clima di fiducia. E la Germania ha avuto facile gioco a far emergere la propria posizione. E ha fatto filtrare (anche ad uso interno) l'ipotesi di un'uscita della Grecia dall'area euro per cinque anni: tempo in cui Atene potrebbe ristrutturare il proprio debito. Oppure, variante dell'ipotesi originaria, trasferire in un Fondo fiduciario 50 miliardi, che dovrebbe utilizzare per gestire il proprio debito. Formule che sono state immediatamente smentite da fonti greche a Bruxelles: non valgono la carta su cui sono scritte, hanno detto. «Sono impraticabili», hanno aggiunto altri funzionari Ue. Ma che fotografano il clima. Fonti ufficiali europee hanno fatto notare che se Atene vuole avviare negoziati sul proprio salvataggio deve rafforzare le proposte di riforma. Soprattutto - hanno proseguito - deve convincere l'Europa che onorerà i propri debiti.
Il problema di credibilità del governo ellenico è stato ieri «il problema» in sede di Eurogruppo. Lo hanno detto un po' tutti i ministri. «Si può credere ancora credere che il governo greco farà quello che ha promesso?», si è chiesto il presidente dell'Eurogruppo, Dijsselbloem. Una cosa è certa, come riporta un documento della Commissione europea, redatto in collaborazione con Bce e Fmi: «Un collasso incontrollato del sistema bancario e di Atene come debitore sovrano creerebbe dubbi significativi sull'integrità della zona euro nel suo insieme».
Non è finita. Nel documento si fa uso di una formula tecnica lessicale, quasi una password, rivolta direttamente ai mercati. Secondo i creditori della Grecia, il fallimento del secondo programma di salvataggio avrebbe innescato «nuove circostanze» (quello in discussione è il terzo). E queste, a loro volta, hanno determinato «un forte deterioramento della sostenibilità del debito greco». La password in questione è «sostenibilità del debito». Se il Fondo salva Stati dovesse determinare la mancanza di «sostenibilità», il Fondo monetario non potrebbe avviare le procedure per l'erogazione di un nuovo prestito. Per il momento, siamo in una fase di «deterioramento della sostenibilità». Qualora il Consiglio europeo di oggi dovesse verificare (ed ufficializzare) che il debito greco non è più sostenibile, potrebbe scattare l'ipotesi suggerita da Schauble.
Nel caso che la Grecia uscisse dall'euro per 5 anni, pur restando nella Ue, il proprio debito verrebbe svalutato: qualcosa di simile a quanto avvenne in Italia nel '92. E verrebbe anche svalutato il credito che i diversi Paesi e istituzioni vantano verso Atene. Circostanza che dovrà essere calcolata dalle agenzie di rating nelle valutazioni dei debiti sovrani; con possibili abbassamenti dei rating dei debiti di mezz'Europa, Italia compresa. Ma anche Francia e forse Germania. Per frenare questo piano scivoloso c'è poco tempo. Oggi si riunisce il Consiglio europeo, domani torna nuovamente a riunirsi l'Eurogruppo. Poche ore per frenare una Grexit sempre più vicina.
È il valore stimato, calcolando tutti i possibili creditori in campo, degli aiuti che servono alla grecia, in miliardi di euro
È il
possibile ulteriore calo del Pil greco nei prossimi due anni qualora venisse applicato il piano di austerità propostoSono i miliardi di euro di riforme che il governo greco ha messo sul piatto, ma intende spalmarli in più anni
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