Berlusconi alla crociata per recuperare l'Italia del "non voto"

L'obiettivo del Cavaliere: proporre nuovi volti per riportare alle urne delusi e astenuti. E prosegue l'opera per la riunificazione dei moderati

Berlusconi alla crociata per recuperare l'Italia del "non voto"

L'obiettivo è sempre quello di essere il «kingmaker» di un nuovo, grande progetto di centrodestra. Che si chiami «I Repubblicani», «La Casa della Speranza» o «l'Altra Italia» poco importa. Silvio Berlusconi torna a prendersi la scena e a battere sul tasto della riunificazione dei moderati, rivendicando con i fatti un ruolo, quello del «federatore», che sa bene di poter essere il solo a poter svolgere.

Nell'immediato c'è un obiettivo molto concreto da perseguire: entrare nel territorio inesplorato del «non-voto» e tentare di intercettare il bacino degli scontenti, «i dimenticati», coloro che rifiutano di credere nella politica, pur essendo in larga parte appartenenti all'area di centrodestra. Una «crociata per la democrazia» che per Berlusconi deve essere compiuta mettendo in campo qualcosa di davvero diverso. C'è chi dice che questo schema potrebbe contemplare - qualora si riesca a modificare la legge elettorale - una lista affiancata a quella di Fi, composta solo da personalità provenienti dalla società civile, come avvenuto nelle ultime Amministrative con le liste dei sindaci o dei governatori.

In realtà il punto di ricaduta di questo ragionamento è ancora in nuce. L'importante è porsi come orizzonte e obiettivo gli oltre 20 milioni di astenuti, riconnettersi con quella grande massa di persone che non ci credono più, persone che è impossibile riconquistare riproponendo i classici schemi della politica e il linguaggio autorefenziale dei talk-show. «Mi spiace che alcuni osservatori malevoli abbiano visto un accantonamento o, addirittura una diminutio, di Forza Italia che considero il lievito di un'iniziativa che sarà utile e necessario prendere per il futuro. Forza Italia resta ed esisterà sempre, ma dobbiamo anche dedicarci alla conquista di quest'altra Italia», spiega intervenendo telefonicamente alla convention di Fiuggi di Forza Italia Giovani, il movimento coordinato da Annagrazia Calabria. Resta inteso che l'idea è quella «non di un partito ma di un movimento, senza professionisti della politica, che si possa poi federare» insieme alla indicazione preventiva di «una ventina di saggi come ministri del futuro governo, con quel programma liberale che non siamo riusciti a realizzare». Un programma con proposte concrete, come la «pensione minima di mille euro per 13 mensilità e una pensione alle casalinghe» su cui ieri Berlusconi è tornato a insistere.

Se Il presidente di Fi da una parte riflette su come impostare la «riconquista degli astenuti», dall'altra il partito registra una stagione di attivismo. Certo il corpo del partito vive l'idea berlusconiana anche con preoccupazione. L' «antidoto» è rafforzare il rapporto con il territorio e mettere in campo buona politica. Dopo la convention di Fiuggi, oggi sarà la volta della scuola di formazione ad Ameglia con Alessandro Cattaneo, Giovanni Toti e Deborah Bergamini. Lunedì a chiudere il cerchio sarà Tajani a Roma, con gli europarlamentari. Quest'ultimi, a loro volta, si stanno muovendo per organizzare ciascuno un evento. Un attivismo dal basso (gli eventi sono quasi tutti autofinanziati attraverso i versamenti dei partecipanti) che testimonia la volontà di far ripartire la macchina del partito su basi diverse.

Sullo sfondo dai verdiniani - che giovedì sera hanno consentito alla maggioranza di avere il numero legale alla Camera nelle votazioni sulla riforma Pa - filtra come data per l'ufficializzazione dello strappo quella di mercoledì. I numeri, però, restano nebulosi e qualcuno sussurra che potrebbe esserci una frenata.

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