Berlusconi: "La giustizia? Una riforma monca" Ma Fi potrebbe astenersi

Secondo il leader azzurro vengono ignorate la separazione delle carriere e la responsabilità diretta dei magistrati

Berlusconi: "La giustizia? Una riforma monca" Ma Fi potrebbe astenersi

N on era affatto convinto già due settimane fa Silvio Berlusconi, quando nelle tre ore di faccia a faccia a Palazzo Chigi si era affrontata per sommi capi anche la riforma della Giustizia. E lo è ancora meno da ieri, dopo che il senatore di Forza Italia Giacomo Caliendo ha incontrato a via Arenula il ministro Andrea Orlando che gli ha illustrato i punti cardine della riforma così come dovrebbe andare in Consiglio dei ministri il 29 agosto. Per l'ex premier, infatti, restano «sospesi» tutti i nodi fondamentali, quei punti su cui il leader azzurro batte da anni. Insomma, è il senso dei ragionamenti di un Berlusconi che sta trascorrendo l'intera estate ad Arcore, la riforma così com'è non convince affatto perché non affronta le tre grandi questioni: separazione delle carriere, abolizione della obbligatorietà dell'azione penale e responsabilità diretta dei magistrati (e non quella indiretta su cui si sta invece lavorando).

L'ex premier, dunque, resta dubbioso. Tanto che qualche giorno fa, intervenendo al Caffè della Versiliana, anche Giovanni Toti è stato piuttosto tranchant sulla materia. «La riforma della giustizia su cui sta lavorando il governo – è stato il senso delle parole dell'eurodeputato azzurro nonché consigliere di Berlusconi – va esattamente nella direzione opposta a quella che vorremmo noi e penso che alla fine non ci piacerà affatto». Ecco, il leader di Forza Italia è sostanzialmente così che continua a pensarla, tanto che ieri pomeriggio proprio Caliendo non faceva mistero di aver «rappresentato al ministro Orlando alcune questioni». Tra cui ci sono le tre di cui sopra, ma anche le intercettazioni e la reintroduzione del falso in bilancio.

Insomma, è il ragionamento che si fa ad Arcore, al momento tutto è fuorché «una riforma della giustizia di Berlusconi» come ieri sosteneva il M5S per giustificare la scelta di disertare l'incontro con Orlando. Tanto che Caliendo avrebbe ribadito al ministro della Giustizia le perplessità già avanzate dall'ex premier a Renzi: separazione delle carriere, obbligatorietà dell'azione penale e responsabilità civile diretta dei giudici. Ma anche «la delusione per il rinvio della parte della riforma che riguarda le intercettazioni». E le perplessità sulla reintroduzione del falso in bilancio «su cui che bisogna stare molto attenti» perché «bisogna calibrare gli interventi così da non ripetere le stesse storture di prima» visto che «il rischio concreto è quello di un effetto negativo sull'economia».

Detto questo, Orlando si sarebbe impegnato ad «affrontare le sollecitazioni» arrivate da Forza Italia. Ed è anche per questa ragione che Berlusconi vuole aspettare di vedere il testo dell'articolato che andrà effettivamente in Consiglio dei ministri venerdì prossimo prima di prendere una decisione sul da farsi. L'ex premier è infatti convinto che una riforma della Giustizia sia «condizione essenziale per il rilancio dell'Italia» e, dunque, Forza Italia potrebbe non mettersi di traverso nonostante le perplessità del caso. Una riforma del settore, infatti, sarebbe comunque un passo in avanti. Ragione per cui non è escluso che in alcuni passaggi parlamentari gli azzurri possano magari astenersi. Si vedrà più avanti.

Berlusconi, intanto, pare sia tornato a ragionare sul partito che – ripete nelle sue conversazioni private – dopo l'estate andrà radicato sul territorio, con i congressi comunali e provinciali e con la campagna per il tesseramento.

E ad Arcore ieri c'era la tesoriera azzurra Mariarosaria Rossi con cui ha discusso a lungo del fund raising. Per il 24 settembre, infatti, è in programma a Roma un'altra cena di raccolta fondi che si terrà, come la prima, sulla cima di Monte Mario a Casina di Macchia Madama.

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