I timori del Cav: così si alza un muro con Mosca

Berlusconi insiste sulla mediazione: no a un altro scontro, c'è già quello con l'Isis

I timori del Cav: così si alza un muro con Mosca

Roma «La Nato deve favorire il dialogo e non essere un'altra fonte di conflitto. Le prossime ore saranno decisive». Chi ha avuto occasione di sentire Silvio Berlusconi nelle ultime 48 ore lo ha trovato «preoccupato» per le sorti della crisi tra Ucraina e Russia e con la testa sul delicatissimo vertice Nato in corso da ieri a Newport. L'ex premier, infatti, con i suoi interlocutori non nasconde di essere «allarmato» da quel che sta accadendo, anche perché nelle diverse conversazioni telefoniche avute con Vladimir Putin (tre negli ultimi giorni) il presidente russo non avrebbe fatto mistero della sua determinazione ad andare avanti se le sue richieste non saranno sostanzialmente accolte. «È risoluto, molto risoluto...», ha confidato in privato il leader di Forza Italia senza nascondere il timore che la crisi tra Mosca e Kiev possa degenerare ancora.

Un Berlusconi che in questi giorni ha sentito molti dei leader europei con i quali ha avuto modo di lavorare negli anni passati a Palazzo Chigi. E che non è affatto convinto dalla linea dura sostenuta da Barack Obama e David Cameron in un intervento congiunto sul quotidiano inglese The Times . L'approccio, secondo l'ex premier, dovrebbe essere invece quello di non chiudere le porte al dialogo e provare a comprendere le ragioni di Mosca. Una «mediazione», insomma. Così, è il senso dei ragionamenti dell'ex premier, da non disperdere lo spirito di Pratica di Mare, dove nel maggio del 2002 Putin, Bush e Berlusconi sancirono l'ingresso della Russia nel vertice Nato. Un accordo fortemente voluto dall'ex premier che segnò il punto di massima vicinanza tra Stati Uniti, Europa e Russia. Dodici anni dopo lo scenario è diametralmente cambiato e oggi il vertice Nato di Newport dovrà decidere se e come sanzionare Mosca per l'aggressione all'Ucraina. Con il rischio, è il timore dell'ex premier, di «alzare tra l'Ue e la Russia un muro che resterà in piedi decenni». Il tutto proprio quando l'Europa è impegnata anche sul fronte islamico, con quel califfato autoproclamato a cavallo tra Irak e Siria che continua ad essere una minaccia serissima non solo per l'Ue ma pure per gli Stati Uniti. Combattere due guerre economiche e militari, una a Sud e l'altra ad Est, sarebbe – ragiona Berlusconi – un errore.

E anche Il Mattinale , la nota politica redatta dallo staff del gruppo di Forza Italia alla Camera, ieri dava molto spazio alla politica estera. «Renzi, che non è uno sciocco, prima di recarsi in Galles con i galloni di presidente dell'Unione europea ha compreso – si legge sul foglio azzurro - che la sua vera carta per un protagonismo italiano ed europeo non sono le grida di guerra di chi vuol piazzare un'armata Nato alle costole dell'Orso russo e neanche la retorica della pace a tutti i costi. Ma il far sapere che è a Newport portando con sé non solo il patrimonio di Pratica di Mare, ma anche la lungimiranza viva e presente di chi quel vertice elaborò e portò a successo, e ne ripropone oggi il metodo: cioè Silvio Berlusconi».

Il Mattinale , insomma, invita il presidente del Consiglio a «giocare la carta dell'amicizia e della fiducia tra Italia e Russia grazie al rapporto tra Putin e Berlusconi». Perché «qui sta il segreto niente affatto misterioso cui Renzi può attingere».

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