Berlusconi, Matteo e la politica del leader

Gli italiani sono delusi dalla politica. Ora hanno bisogno di cose concrete

Per molto tempo l'Italia ha avuto un sistema politico formato da partiti d'apparato in cui il reclutamento avveniva prestissimo. Poi c'era un periodo di formazione, i primi compiti amministrativi, in seguito l'accesso a posizioni di comando e, infine, la carica di sindaco o di deputato. La gente votava il partito ed affidava a lui il compito di scegliere il leader e di fare il governo. Questi partiti però sono scomparsi o in via di estinzione e il loro posto è stato preso dai movimenti, che si compattano attorno ad un leader.

All'epoca dei partiti d'apparato è subentrata l'epoca dei leader. È successo con Bossi (Lega), Berlusconi (Forza Italia), Di Pietro (Italia dei valori), Vendola (Sel), Grillo (Cinque stelle) e anche con Renzi emerso trionfalmente dalle primarie del Pd. Ma il Pd era ancora un partito di apparato e la sua vecchia leadership si è ribellata a Renzi insieme alla Cgil - da cui è emerso, come leader, Landini - che, con le sue manifestazioni di piazza, ha ridato spazio agli antagonisti. Questa violenta opposizione di sinistra ha trasformato la corsa di Renzi in una faticosa salita e ne ha minato il fascino popolare.

E a destra? Con l'indebolimento di Berlusconi c'è una grande frantumazione politica e, per ora, non esiste nessuno capace di assumerne la leadership e nemmeno l'egemonia. Fitto chiede le primarie perché, avendo un forte elettorato nel Meridione, pensa di poter succedere a Berlusconi, ma non ha respiro nazionale. Non lo ha, almeno per ora, nemmeno Salvini che pure sa mobilitare il suo elettorato su temi cruciali. Gli italiani sono delusi, diffidenti, spaventati e non è facile creare un nuovo consenso e una nuova speranza. Dopo aver creduto in Berlusconi hanno creduto in Grillo che prometteva una rivoluzione e poi in Renzi che si presentava con un grande programma politico.

Ed oggi cosa vogliono? La maggioranza vuole cose concrete, una casa, un lavoro sicuro, una pensione sicura e un presidente del Consiglio che realizzi subito i programmi, che intervenga in modo fulmineo sui problemi e dimostri di essere capace di portare il Paese fuori dalla tempesta.

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