Berlusconi prova a ricucire Appello al Pd e ai 5 Stelle

Il Cavaliere: "Ora serve responsabilità". E vede le urne lontane: "Difficili senza una legge omogenea"

Berlusconi prova a ricucire Appello al Pd e ai 5 Stelle

Nessuno pensi di andare a votare con soluzioni rabberciate. Il Pd non cerchi pretesti per far saltare il tavolo e i 5Stelle dimostrino di non agire strumentalmente per rompere.

Silvio Berlusconi riunisce i capigruppo, Gianni Letta e Sestino Giacomoni nel primo pomeriggio, e fa il punto sulla disintegrazione del patto sulla legge elettorale alla prima vera prova d'aula. L'amarezza è palpabile. Per il presidente di Forza Italia «ha vinto il partito di Napolitano, quello del non voto». La fotografia che emerge è quella di uno scenario fortemente incartato, con i Cinque stelle prigionieri della loro inaffidabilità e il Pd del clima da resa dei conti permanente, alimentato dagli atteggiamenti di Matteo Renzi, tornato secondo gli azzurri a quegli atteggiamenti di onnipotenza pre-referendaria che certo non favoriscono le trattative.

Berlusconi era stato avvertito fin dalla sera di mercoledì della situazione di pericolo che si andava profilando sull'emendamento Biancofiore. Qualche dissociazione era messa in conto tra le file di Forza Italia (che nel merito condivideva lo spirito della proposta), ma non ci si aspettava che il Pd non tenesse. A questo punto Forza Italia terrà ferma la linea della responsabilità, senza alimentare la concitazione del momento e lasciando che il polverone si depositi, pur non nascondendo qualche sospetto come quello che Sestino Giacomoni nutre sui Cinque stelle: «Non vogliono andare al voto anche perché sono gli unici che, essendo alla prima legislatura, devono superare settembre per maturare il vitalizio, che a parole dicono di voler togliere ma che nei fatti vogliono maturare».

La stessa nota che alla fine della riunione Berlusconi invia alle agenzie mette nero su bianco la linea della responsabilità. «Le elezioni senza una legge elettorale omogenea e adeguata sono molto difficili. Noi invece vogliamo che gli italiani possano scegliere al più presto da chi essere governati, dopo quattro governi non scelti dal popolo, con una legge elettorale che sappia rispecchiare senza alterazioni il consenso espresso dagli elettori. La legge in votazione alla Camera è una soluzione di responsabile equilibrio che tiene conto del fatto che le leggi sulle regole devono ottenere la massima condivisione possibile».

«L'incidente di oggi in aula, su un emendamento dal quale Forza Italia ha preso immediatamente le distanze» continua la nota «non è una buona ragione per accantonare uno sforzo generoso sul quale avevamo trovato una convergenza con il Pd, con i Cinque stelle e con la Lega. Sta ora alle forze politiche dalle quali quell'accordo era nato, prima di tutto il Pd, continuare sulla sola strada che consente elezioni rapide con una legge elettorale adeguata. Se il partito di Renzi non lo facesse, prendendo a pretesto un incidente d'aula, si assumerebbe una grave responsabilità. Mi auguro che il senso di responsabilità prevalga anche nel M5S, che se davvero è interessato ad andare presto al voto, e non agisce solo strumentalmente, dovrebbe favorire la rapida approvazione di una legge ampiamente condivisa».

La prossima mossa è prevista martedì in Commissione Affari Costituzionali. «In Commissione faremo di tutto per ricucire il filo del discorso» spiega Francesco Paolo Sisto. «Tenendo fermo l'impianto si può applicare qualche correttivo».

Se le Camere si mostrano ingovernabili, Berlusconi lavora sul rilancio di Forza Italia e si mette in gioco in prima persona. Oggi sarà a Rapallo al Convegno dei giovani di Confindustria. Un grande ritorno sul palco degli under 40 confindustriali che segna un rilancio del suo impegno pubblico e alimenta, inevitabilmente, curiosità e attesa.

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