«Ho un sogno per la Sicilia: la vittoria. E questo dipende dall'unità del centrodestra». Silvio Berlusconi continua a tessere la sua trama siciliana. Nonostante le indiscrezioni che si susseguono in merito a un possibile accordo degli alfaniani con il centrosinistra, il presidente di Fi esce nuovamente allo scoperto sulle elezioni siciliane di novembre e in un'intervista a il Mattino lancia un nuovo invito a ricucire il tessuto della coalizione.
«Faccio solo un appello, che mi pare essenziale. Pensiamo al bene della Sicilia e al futuro dei siciliani. Il teatrino della politica, le tattiche, le schermaglie vengono molto dopo. Come diceva De Gaulle, l'intendance suit. Io per la Sicilia ho un sogno: che si componga un centro-destra coerente e inclusivo, fatto di persone capaci di rappresentare lo scontento, la rabbia, la voglia di cambiamento che avverto sempre più forti, anche e soprattutto nell'isola, e di tradurle in una prospettiva di governo seria, non una serie di slogan vuoti come fanno i grillini, ma un progetto che in cinque anni trasformi il volto di questa terra bellissima e difficile. Le nostre probabilità di successo in Sicilia dipendono da questo, non da una formula o dall'altra».
Berlusconi non prende una posizione netta sui nomi che circolano, cioè Nello Musumeci e l'avvocato Gaetano Armao, a capo della lista «Unione dei Siciliani indignati»: «Sono contento dice che il centrodestra abbia la possibilità di scegliere fra più candidati di altissimo livello. Sceglieremo alla fine chi ha più possibilità non solo di vincere ma di ben governare per i prossimi cinque anni».
L'ex presidente del Consiglio, ancora una volta, sottolinea come il voto siciliano non debba essere necessariamente legato alle Politiche del 2018, ma debba avere una dignità propria: «Sinceramente trovo offensivo per i siciliani considerare le loro elezioni regionali come una semplice prova generale delle politiche. Quella di Palazzo d'Orleans è una delle più antiche e nobili istituzioni parlamentari d'Europa. Ha poteri molto vasti grazie anche allo Statuto Speciale. Può fare molto per la Sicilia e i siciliani. In tutte le elezioni locali, ma in quelle siciliane più delle altre, gli elettori sceglieranno in base a questioni e su contenuti regionali. Voteranno chi li convincerà di poter fare qualcosa di buono per loro. È giusto che sia così: l'epoca del voto ideologico è finita».
L'appello rivolto a Fratelli d'Italia e Lega ottiene risposte in chiaroscuro. «Voglio rispondere all'appello all'unità con Alfano che Berlusconi mi lancia dalle pagine de il Mattino. Sono d'accordo sul fatto che occorra costruire un centrodestra capace di rappresentare lo scontento e il cambiamento. Ma considero impossibile farlo insieme a chi governa la Sicilia insieme a Crocetta e l'Italia insieme a Renzi» dichiara la presidente di Fdi, Giorgia Meloni che ha più volte sottolineato la distanza dal partito di Alfano, ma ha anche ipotizzato che qualora vi fossero delle liste civiche, come in Liguria, spetterebbe al candidato della coalizione decidere. In Sicilia, com'è noto, la Meloni sostiene Nello Musumeci. E da Fratelli d'Italia spiegano che ritirare l'appoggio alla sua candidatura per convergere su un altro candidato ormai non è neppure ipotizzabile. Posizione simile viene adottata dalla Lega con Alessandro Pagano.
«Alfano per il centrodestra avrebbe un saldo negativo. Ne ha combinate talmente tante che il suo contributo elettorale alla coalizione classica Lega-Fi-Fdi sarebbe in sottrazione. Sarebbero più i voti di opinione in fuga che quelli che porterebbe».
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